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 2006  aprile 06 Giovedì calendario

Jean e Sophie, quadri di un’avventura. Il Corriere della Sera 6 aprile 2006. S’incontrano per la prima volta a Zurigo nel 1915 e da allora decidono di non lasciarsi più, di legare per sempre le loro vite in nome dell’ amore e dell’ arte

Jean e Sophie, quadri di un’avventura. Il Corriere della Sera 6 aprile 2006. S’incontrano per la prima volta a Zurigo nel 1915 e da allora decidono di non lasciarsi più, di legare per sempre le loro vite in nome dell’ amore e dell’ arte. Lui, Jean Arp, pittore e scultore di origine alsaziana, ha vissuto a lungo a Parigi, collaborato con i movimenti Blaue Reiter e Der Sturm, conosciuto Picasso e Modigliani, Kandinskij e Max Ernst. Lei, Sophie Taeuber, svizzera, futura «artigiana-artista» come amerà definirsi, sta esplorando nuovi materiali e nuovi mezzi espressivi per le sue creazioni plastiche e pittoriche. Insieme intraprenderanno l’ avventura dada, sperimenteranno più liberi linguaggi e daranno vita a un sodalizio artistico così stimolante e fecondo che neanche la prematura morte di Sophie riuscirà a interrompere. «Fu sempre Sophie, con l’ esempio del suo lavoro e della sua vita bagnata di luce, che mi mostrò il giusto cammino. Ella è il cerchio che contiene, senza mai frenarle, tutte le diversità: gli impulsi romantici e la gioiosa ironia, la creatività estrosa e la sperimentazione metodica...», scriverà nel 1952 Jean Arp, ricordando la compagna. «Ecco allora tutta la straordinarietà di un evento che, a novant’ anni dalla nascita del dadaismo, Venezia ha voluto dedicare a questa coppia, la cui forza dirompente e rivoluzionaria ha contribuito a segnare il corso dell’ arte del Novecento - dichiara Monica Da Cortà, responsabile per le relazioni esterne del Museo Correr -. Sophie, in particolare, è una scoperta. E la retrospettiva veneziana che la vede protagonista con Jean ben ne mette in luce la statura professionale, la dolcezza e la generosità del carattere. Sophie che insegna ricamo e progettazione tessile a Zurigo, che studia la grafica della rivista Plastique, che nelle sue sperimentazioni architettoniche si misura con il rigore formale del Bauhaus; Sophie che ama danzare per gli amici, resterà sempre una persona modesta, schiva, critica ancor più di Jean verso le proprie opere». L’ esperienza che influenzerà tutta la produzione artistica di Arp e che coincide con la conoscenza di Sophie è quella dada, nata intorno al Cabaret Voltaire di Zurigo, mitico luogo di ritrovo «dove si parla in quattro lingue e ci si oppone all’ inutile strage che arrossa i campi di battaglia, dove i poeti cantano, gli scrittori declamano le loro prose e i loro dolori e i muri brillano di pitture e manifesti» e di cui, insieme a Hugo Ball e Tzara, Jean è uno degli animatori. Ciò che egli ammira di più del Dadaismo sono i rapporti con le persone, lo scambio di idee, la passione che spinge a ricercare senza sosta. Per lui, come per Sophie, la poetica dada implica soprattutto un’ etica: infrangere le regole per guardare il mondo con occhi nuovi, per farlo riemergere dal caos, per ricrearlo secondo le armoniche leggi della natura. Un’ origine e una formazione che Arp non rinnegherà mai, anche se, in seguito, il suo spirito di indipendenza lo porterà ad aderire ad altri movimenti, Surrealismo compreso. La stagione zurighese della coppia è una delle più proficue della loro unione. Insieme indagano, insieme lavorano. La prima opera a quattro mani è costituita da una serie di collage intitolati Composizioni verticali-orizzontali con elementi di oggetti, ma solo negli anni Venti con la ristrutturazione del Palais de l’ Aubette di Strasburgo Jean e Sophie possono realizzare quell’ integrazione totale tra architettura, pittura e decorazione cui da tempo entrambi aspirano. Nel 1927 anche il sogno di un luogo per la loro vita in comune diventa realtà. Sarà la prediletta casa-studio di Clamart, nei dintorni di Parigi, circondata da uno stupendo giardino e studiata persino nei mobili e nei minimi dettagli. Presto diventerà un punto di richiamo per numerosi protagonisti del mondo artistico e culturale del tempo, Max Ernst e Kurt Schwitters, Duchamp e Picabia, Joan Mirò e Robert Delaunay, Andrè Breton e Michel Seuphor. Ma se la prima guerra mondiale ha unito Jean e Sophie, la seconda li separerà. Dopo essersi rifugiata per due anni a Grasse, nel sud della Francia, la coppia fa ritorno a Zurigo, dove nel gennaio 1943 Sophie muore, intossicata dalle esalazioni di una stufa a carbone. Incapace di dimenticare «le carillon de son rire», la cantilena della sua risata, Jean è confuso, stanco, annichilito, ma l’ intimo colloquio con la moglie, il suo doppio, l’ «altro» in cui confrontarsi e riconoscersi non viene meno. Lo testimonieranno alcune opere tarde dell’ artista, Dialogo del 1960 e Costellazione ideale del 1961, che si aggiungeranno alla celeberrima Scultura coniugale del 1937, simbolo perfetto con il suo gioco di forme concave e convesse, del profondo legame tra i due artisti. Ma oltre a ricostruire il percorso artistico di Jean e Sophie, sottolineando le affinità e le divergenze, l’ immaginario comune e quello opposto, le 140 opere della mostra - dipinti, sculture, disegni, collage, mobili, progetti d’ architettura e d’ arredamento - documentano anche l’ ultimo periodo creativo di Arp e gli stretti legami con Venezia, dalla Biennale del 1954 all’ amicizia con Peggy Guggenheim. Ricomponendo, come in un caleidoscopio, le mille sfaccettature della sua personalità e mettendo in luce, forse per la prima volta, come Arp sia stato anche un grande poeta. Un poeta che per l’ amatissima compagna saprà scrivere questi versi: «Sophie è un cielo. Sophie è una stella. Sophie è un fiore. Tutti i fiori fioriscono, fioriscono per te. Tutti i cuori ardono, ardono per te». LA GUIDA Che cosa «Jean Arp & Sophie Taeuber - dada e oltre» è il titolo della mostra organizzata dai Musei Civici Veneziani e dedicata ai due grandi artisti Hans Jean Arp e Sophie Taeuber che, se pure in modo diverso, hanno lasciato un’ impronta indelebile nell’ arte del ’ 900. La rassegna presenta 140 opere tra sculture, disegni, collage, mobili, progetti di architettura e arredamento, arazzi, acquerelli, gouache e marionette. L’ itinerario espositivo parte dai primi passi della loro unione professionale, quando si era nel pieno del Dada, un movimento che rivoluzionò l’ idea di arte. La rassegna si concentra sul rapporto del tutto particolare, segnato da affinità e divergenze artistiche, che legava Jean e Sophie. Lui era uno scultore astrattista-surrealista, lei una pittrice astrattista e scultrice. Artisticamente viaggiavano su due binari paralleli ma nella vita privata erano indissolubili. Un altro appuntamento con le opere di Jean Arp è allo Spazio Culturale Svizzero di Venezia, dall’ 8 aprile al 28 maggio, per la mostra «Arp illustratore e poeta». Dove Museo Correr - II piano, piazza San Marco, Venezia. Quando Dall’ 8 aprile al 16 luglio. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19. Biglietti Intero: 9 ; ridotto: 7 - 5 ; ingresso gratuito: bambini fino ai 5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici; insegnanti che accompagnano gli studenti. La biglietteria è aperta tutti i giorni, dalle 10 alle 18. Catalogo «Jean Arp & Sophie Taeuber - dada e oltre» Marsilio Editori. In mostra: 30 , in libreria: 35. Informazioni Contattare il call center dei Musei Civici Veneziani: 041/5209070, oppure visitare il sito: www.museiciviciveneziani.it Francesca Montorfano