Internet, 18 aprile 2006
1942. NASCE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA. E
se De Gasperi non ha fiducia in Pio XII, Pacelli non ha fiducia nei partiti, anche se uno è ben saldo in mano a un cattolico e si chiama "Democrazia Cristiana". De Gasperi temendo di perdere lo scontro con le agguerrite legioni di Togliatti ( una possente macchina organizzativa - 2 milioni di iscritti, 36mila cellule, una galassia di sindacati, strutture organizzative, che ha aggregato attorno a sé altri partiti della sinistra, che organizza scioperi di massa, manifestazioni di piazza, quindi capace di assestare una spallata definitiva per gettare l’Italia verso Est. ) espresse alcune preoccupazioni; ma gli dissero al di là del Tevere, che non si doveva preoccupare "per l’elettorato ci penserà Gedda con le sue "Crociate del Grande Ritorno".
Pio XII insomma non crede nella DC come "partito cristiano" e le sue speranze di una vittoria sono riposte solo nei Comitati Civici. Questi dovrebbero risvegliare nel popolo il sentimento cristiano per renderlo capace di condizionare le vicende politiche.
Fino a quando questa collaborazione fu possibile la Democrazia Cristiana rimase piuttosto compatta, poi venne la moda di considerare l’assurda esistenza di una sinistra e di una destra all’interno del medesimo partito, la partitocrazia, il trasformismo e il crollo di ciò che la direttiva di Pio XII, Primate d’Italia, aveva creato. (l’assurdo sarà poi una realtà nel ’94)
Infatti, accadrà, iniziando dal 1953-54, che non saranno più i Comitati civici a condizionare la DC, ma sarà la potente DC "partitocratica" a fagocitarli.
Di quelle elezioni del ’48, Gedda sembrò, uno dei vincitori, ma il vero vincitore fu De Gasperi, e con lui i cattolici liberali, anche se i due non furono certo i maggiori protagonisti della vittoria elettorale della Democrazia cristiana (la testimonianza di Andreotti in questo senso è esplicita).
Non dimentichiamo le aspre requisitorie in USA, con Truman e la sua "dottrina", pronta ad intervenire ovunque, quindi anche in Italia, per sostenere la libera democrazia; infine Marshall (20 marzo 1948 - a un mese dalle elezioni del 18 aprile) minacciò di far cessare gli aiuti economici all’Italia nel caso di una vittoria elettorale di comunisti e socialisti.