La Stampa 14/04/2006, pag.16 Stefania Miretti, 14 aprile 2006
Elisabetta: non ha mai fine il lavoro di una Regina. La Stampa 14 aprile 2006. Una volta la fotografarono nell’atto di uccidere un fagiano a bastonate e l’immagine, lei infagottata in un cappottone, il foulard chiaro annodato sotto il mento, china sull’uccello già agonizzante, fece il giro del mondo
Elisabetta: non ha mai fine il lavoro di una Regina. La Stampa 14 aprile 2006. Una volta la fotografarono nell’atto di uccidere un fagiano a bastonate e l’immagine, lei infagottata in un cappottone, il foulard chiaro annodato sotto il mento, china sull’uccello già agonizzante, fece il giro del mondo. «Ci ha messo un po’ per ammazzarlo», annotò con raccapriccio molto british il «Sunday Mirror», quindi - come Franti - «Elisabetta sorrise». Anche allora, come qualche mese fa, quando concesse all’invisa e molto rude nuora Camilla il diritto di portare una tiara reale, ci fu dibattito: l’avrà fatto per crudeltà oppure sarà stato, il suo, un gesto pietoso, da sovrana e in fin dei conti necessario per porre fine alle sofferenze della creatura? Le ragioni d’una Regina non sono belle da verificare e ci si tenne il dubbio, pur prendendo atto della consegna del fagiano trapassato nelle sapienti mani del cuoco di Sandringham. Elisabetta II compie ottant’anni - è nata il 21 aprile, anche se da sempre le va di festeggiare in giugno - e l’episodio del fagiano, uno tra i tanti, sarebbe metafora più che sufficiente del suo essere regina d’Inghilterra, e della nostra impossibilità di comprendere l’essenza dell’essere regina d’Inghilterra. La Regina è una la cui voce è custodita sulla Luna. Una che quando le presentano Eric Clapton, Jimmy Page dei Led Zeppelin o, in Italia, Umberto Eco, dimostra il suo cortese interessamento domandando «And what do you do?»; e non è una gaffe, come quasi tutti noi si sarebbe portati a pensare, bensì ordinario esercizio di sovranità. Non sappiamo come reagì Clapton; di Eco si dice che avrebbe risposto: «Scrivo, qualcuno dovrà pur farlo». Ecco, anche la Regina, qualcuna dovrà pur farla, e non si creda siano stati una passeggiata, cinquantatré anni di regno. Un tempo duro e soprattutto lunghissimo, che ha visto avvicendarsi dieci presidenti negli Stati Uniti e altrettanti primi ministri in Inghilterra, l’ultimo dei quali, Tony Blair, nato quando Elisabetta era già sul trono. Tutti gli altri passano, la Regina resta, e c’è qualcosa di vertiginoso, e terribilmente malinconico, in ciò. Sono passati un’infinità di cavalli (il primo pony, di nome Peggy, Elisabetta lo ricevette in dono quando aveva quattro anni); sono nati e cresciuti e morti più di trenta amatissimi cuccioli di Corgie (gli ultimi cinque si chiamano Emma, Linnet, Monty, Holly e Willow); ventitré sono le navi alle quali la Regina ha fatto da madrina, e molte di queste non sono più in servizio; sono passati gli scandali, le nuore, i valletti traditori e quelli fedeli, la guerra e la pace, la storia e le mode, e l’ottuagenaria Elisabetta è ancora lì, impossibilitata ad abdicare. «A woman’s work is never done», è il titolo scelto da «Time» per fare gli auguri a Sua Maestà. Il lavoro di una donna non è mai finito. E il modo più gentile per festeggiare Elisabetta è forse formulare - non a lei direttamente, ci mancherebbe - la domanda che, da sovrana, ama rivolgere agli altri: «Che cosa fa esattamente la Regina d’Inghilterra»?, si chiede «Time», in sintonia con «The Guardian» che provvede a snocciolare le cifre. Provateci voi a fare la patronessa di oltre 620 enti benefici, a conferire personalmente 387 mila onorificenze, a congratularvi con ogni centenario (100 mila telegrammi spediti); a scrivere a tutte le coppie che arrivano al traguardo dei sessant’anni di nozze (280 mila lettere); a visitare i set di tutte le soap-operas; ad aprire e chiudere il Parlamento anno dopo anno (solo due assenze, causa gravidanza avanzata); a dare disposizione alle cucine affinché 78 mila Christmas puddings vengano confezionati; a visitare 15 volte l’Australia, 23 il Canada, dieci la nuova Zelanda. Ma pure a restare accanto allo stesso uomo di cui ci si è innamorate a 14 anni, anche se quest’uomo è l’anaffettivo, fedifrago principe Filippo che per sovramisura la chiama «salsiccia». A convivere col mito di una madre più amata dai sudditi ed eccezionalmente longeva; con quattro figli che rivendicano il diritto ad essere felici, manco fossero comuni borghesi; con nuore del calibro di Diana e Sarah, e ora Camilla; a reggere lo sguardo del mondo per ottant’anni di fila, gli sciocchi commenti sui tuoi cappellini, le indagini impietose sulle tue tragedie familiari. A parte l’episodio del fagiano, decisamente controverso, solo una volta Elisabetta ha perso la sua regale compostezza per lamentarsi un po’. Si era nel pieno della tempesta Carlo-Diana, Fergie si faceva succhiare l’alluce da un uomo che non era il principe Andrea, Anna era pazza d’amore per un bel comandante di Marina, cagione di divorzio dal marito Mark Phillips, e a fine anno un incendio divampò nell’ala privata di Windsor. Era il 1992, Elisabetta lo battezzò «annus horribilis», ed è già più di quanto una Regina abbia da dire. La lista delle dieci cose che Elisabetta non desidera far sapere di sé, stilata da «The Guardian» 1. Le entrate che la casa Reale ha ricevuto nell’ultimo anno dal governo inglese per spese di rappresentanza ammontano a 36,7 milioni di sterline. 2. Nel 1964 il 30% degli inglesi pensava che Sua Maestà fosse stata unta dal Signore 3. Dal 2000 l’opinione pubblica è cambiata e solo il 44% degli inglesi pensa che starebbe peggio senza la monarchia 4. Si dice che Elisabetta II, famosa per la sua avarizia, abbia chiesto ai camerieri di evitare di camminare al centro dei corridoi per non consumare la lana dei tappeti di Palazzo 5. Nel ’78 gli studenti del Corpus Christi College, a Cambridge, accolsero il principe Filippo cantando «God Save the Queen» nella sbeffeggiante versione dei Sex Pistols 6. La Regina fu nominata Uomo dell’Anno da «Time» nel 1952 7. «And what do you do?» ha chiesto Sua Maestà a molti famosissimi personaggi 8. Nel novembre 2000 proibì ai valletti di introdurre telefoni cellulari a Buckingham Palace: Sua Maestà non ha piacere di sentire telefoni trillare, soprattutto se sta mangiando 9. Secondo un sondaggio del 2001, un inglese su dieci pensa che il denaro versato alla famiglia reale sia ben speso; uno su 4 ritiene che Elisabetta e i suoi parenti lavorino duramente 10. Sul tavolo della colazione Elisabetta vuole trovare contenitori Tupperware pieni di cereali. Stefania Miretti