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 2006  aprile 09 Domenica calendario

Investimenti dell’altro mondo. Il Sole 24 Ore 9 aprile 2006. Chissà se l’arrivo di Venus Express farà lievitare i prezzi degli appezzamenti di suolo venusiano che si trovano in vendita su numerosi siti web (basta cercare "buy land Venus")

Investimenti dell’altro mondo. Il Sole 24 Ore 9 aprile 2006. Chissà se l’arrivo di Venus Express farà lievitare i prezzi degli appezzamenti di suolo venusiano che si trovano in vendita su numerosi siti web (basta cercare "buy land Venus"). Fino a ora, sembra essere in vigore una specie di calmiere interplanetario e il prezzo standard di un acro (poco meno di mezzo ettaro) su Luna, Marte e Venere si aggira tra 20 e 30 euro. Fanno eccezione alcuni siti lunari particolarmente richiesti. Una proprietà in zona Mare della Tranquillità, per esempio, si commercia a un prezzo doppio rispetto al resto della superficie lunare. Visto che è lì che sono allunati i primi uomini non sorprende che lì si concentri la richiesta degli acquirenti. Come ci insegnano gli esperti del mercato immobiliare, tre sono le cose che contano: la posizione, la posizione e la posizione. Per di più, il Mare della Tranquillità è bene visibile dalla Terra e quindi i proprietari possono vedere i loro terreni tutte le volte che vogliono. Secondo quanto si legge nei siti che gestiscono la commercializzazione del suolo di Luna, Marte e Venere, i prezzi sono in continua crescita. Benché non abbia trovato nessun annuncio del tipo "privato vende lotto panoramico su cratere lunare..." non dubito che abbiano ragione. Le stesse fonti ci dicono inoltre che si registrano variazioni significative in funzione delle missioni in corso su un pianeta. Potrebbe quindi essere il momento giusto per fare investimenti venusiani. A frugare bene nel web, si possono anche trovare delle vere occasioni imperdibili, proprio su Venere ("Venus on sale"). Per di più, non c’è da temere prossimi arrivi di astronauti che potrebbero rovinare la romantica solitudine dei luoghi. Nessuno pensa neanche lontanamente di andare a esplorare Venere, così simile alla Terra ma così drammaticamente inospitale. Temperature altissime e atmosfera densissima scoraggiano anche l’esploratore più entusiasta. Diversa potrebbe essere la situazione su Luna e Marte, dove l’esplorazione robotica e, forse, anche umana va avanti in modo serrato. Non si è ancora sentito di qualcuno che si sia lamentato perché i robottini marziani hanno rovinato una roccia di sua proprietà ma non mi stupirei se un giorno o l’altro venisse intentata una causa alla Nasa. Mi immagino un latifondista di suolo marziano che arrivi, mappe alla mano, a dimostrare che Spirit od Opportunity sono entrati, ovviamente senza permesso, nei confini della sua proprietà. Non escludo che l’ufficio legale della Nasa abbia già pronta la risposta. Tuttavia si tratterebbe della disputa di proprietà del secolo che qualsiasi avvocato vorrebbe poter patrocinare: la pubblicità sarebbe planetaria. Per il momento, chi veramente guadagna sono i venditori interplanetari. Nel vecchio mondo, per accampare diritti sulla proprietà della terra bisognava, almeno, avere prima messo i famosi paletti per delimitare i confini. Nello spazio questo non è più necessario. Almeno, questo è quanto asserisce il fondatore della Lunar Embassy, Dennis Hope, che, nel 1980, ha notificato all’apposito ufficio del registro delle proprietà di San Francisco, all’Assemblea Generale del l’Onu e ai governi di Stati Uniti e Russia che intendeva prendere possesso della Luna e di tutti i pianeti del sistema solare, nonché dei loro satelliti. Ovviamente, nessuno si è preso la briga di rispondergli, e l’auto-proclamato presidente del "governo galattico" si è sentito autorizzato a iniziare la commercializzazione delle sue proprietà. Forse inospitali e scomode da raggiungere ma sicuramente a costo zero, almeno per lui. Per quanto possa sembrare incredibile, sembra che ogni giorno vengano venduti più di mille acri di superficie lunare. Attenzione che il regalo perfetto per chi ha già tutto non andrà a rimpinguare le casse della ricerca ma piuttosto quelle dei sedicenti possessori dei diritti di proprietà. Va aggiunto che una significativa porzione dei guadagni viene investita nelle parcelle degli avvocati che devono tenere a bada chi sostiene che ci sono fior di trattati internazionali che impediscono di rivendicare qualsiasi diritto di proprietà al di fuori della superficie terrestre. Ovviamente, gli avvocati devono anche difendere il fondatore dell’impero immobiliare interplanetario dagli imitatori. Un giro di affari di 1 milione di dollari all’anno fa gola a molti. Se proprio volete una proprietà su un altro mondo, fatevi fregare dal ballista spaziale originale, diffidate delle imitazioni. Patrizia Caraveo