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 2006  aprile 18 Martedì calendario

FRATE ELIA DEGLI APOSTOLI DI DIO

(Elia Cataldo) Francavilla Fontana (Brindisi) 20 febbraio 1962. Fondatore della comunità religiosa che porta il suo nome, vive nel convento di Calvi dell’Umbria. Fin dai primi anni della sua vita, nel periodo pasquale, accusava strani malori, debolezza, dolori di stomaco, bruciori, che all’improvviso scomparivano dopo la Pasqua. Racconta: «Avevo 7 anni quando ebbi una visione di angeli nella camera dei miei genitori». Adesso nel periodo pasquale Frate Elia rivive la passione di Cristo. Il suo corpo inizia inspiegabilmente a sanguinare come flagellato e si manifestano le stigmate. Intorno alla sua comunità, a Calvi, sta crescendo un movimento di fedeli che attribuisce al frate interventi miracolosi mentre la Chiesa ancora non si sbilancia. «La strada che porta al convento di San Berardo è tortuosa e aperta su due valli. Quando arrivi all’incrocio della vecchia strada per Narni ti sembra di essere tornato al tredicesimo secolo, immagini San Francesco che sbuca dalla curva, e sai di essere arrivato. qui, in questo eremo, che vive Frate Elia, considerato da molti il nuovo Padre Pio. Per lui, il frate con le stimmate che parla con la Madonna e con gli angeli, ogni ultimo fine settimana del mese si inerpicano sulla collina pullman carichi di fede e di disperazione. E c’è chi per prendere il numeretto che garantisce questo incontro si accampa fuori delle mura del convento per giorni. [...] Calvi dell’Umbria si avvia diventare la nuova San Giovanni Rotondo. Il Vaticano non ha ancora riconosciuto la Congregazione degli Apostoli di Dio fondata da Elia e preferisce che di tutto questo non si parli. Il confine tra religione e suggestione è sottile e così, ora che inizia ad essere difficile applicare il silenziatore a questa vicenda, le autorità ecclesiastiche hanno imposto a lui e ai suoi confratelli il divieto di farsi intervistare. Quando lo vedi, questo frate, figlio di contadini, nato in Puglia [...] piccolo e robusto, con la barba e gli occhi mobili, non immagini certo di trovarti di fronte a un asceta. Solo quando alza le braccia e le maniche del saio scoprono le mani si notano delle fascette bianche sui palmi. Non immagini che a sette anni, dopo aver visto gli Angeli per la prima volta, si è beccato uno schiaffo dalla madre. Esteticamente è più un tipo da ”due tiri ad un pallone” che da delirio mistico. E in fondo di lavori ”terreni”, prima di indossare il saio dei Cappuccini e di inerpicarsi sulla strada della santità, ne ha fatti molti. Postino, garzone di un negozio di frutta e verdura, fioraio, badante, cuoco in un carcere. Nel suo curriculum anche un soggiorno di otto mesi in India come volontario in una comunità di bambini abbandonati. Tutto per far finta di non aver ricevuto ”il dono”, come ha ha spiegato lui a un giornalista francese di ”Chretien Magazine”. E con la speranza che Dio gli togliesse ”quelle cose”. Quelle cose sarebbero le stimmate. ”All’inizio si presentarono come degli ematomi sotto la pelle ma ciò che io posso testimoniare oggi è che sono molto dolorose e la sofferenza è giornaliera”. Non è stato così e adesso lui racconta di rivivere la passione del Signore ogni venerdì, in maniera più intensa durante la settimana santa: ”Durante quei giorni devo stare a letto, stremato, incapace di lavorare. Inoltre devo digiunare per tutti i quaranta giorni della Quaresima. Riesco a bere solo dei liquidi”. [...] Le folle piene di speranza e di attesa che arrivano qui non hanno dubbi sulle conversazioni privilegiate che Frate Elia ha quotidianamente con la Vergine Maria (’Bellissima, e giovane. Il suo viso è radioso. incomparabilmente più bella di tutte le sue immagini esistenti”) ma anche con Gesù, Padre Pio, l’angelo custode Lechitiel. [...] le prime volte che i pullman occuparono tutta la strada, la gente del luogo chiamava i carabinieri, spaventata. Oggi si sono abituati a convivere con il ”santo” come lo chiamano qui. E hanno capito che anche gli affari ci guadagnano. Gli alberghi si moltiplicano insieme alle visite. [...] Manuela Prandelli, la moglie dell’allenatore della Fiorentina, ha spiegato che questo incontro ha cambiato la sua vita. Poco dopo che il marito Cesare Prandelli abbandonò la poltrona di tecnico della Roma per starle vicino un amico li indirizzò al convento umbro. ”Nel dramma della mia situazione mi ha cambiato l’esistenza”, ha raccontato Manuela Prandelli. ”La sua presenza ti dà serenità e la forza di superare tutto. Ringrazio il cielo per averlo incontrato”. E su di lui fioriscono testimonianze, leggende e aneddoti. Gli vengono attribuiti numerosi carismi oltre al dono della guarigione. Si parla di liberazioni, apparizioni, visioni, lettura delle anime. Un giorno una signora gli chiese un favore: ”Elia, questo week end dovrei assentarmi per un congresso insieme ad un collega di lavoro chiedilo tu a mio marito, dato che ti stima molto”. Lui la rimproverò: ”Sii più precisa si tratta del tuo amante e non del tuo collega!”. ”Chi te lo ha detto? Quell’incosciente m’aveva promesso di non parlare”. La sventurata rispose» (Maria Corbi, ”La Stampa” 18/4/2006).