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 2006  aprile 13 Giovedì calendario

Saviotti Pier

• Francesco Alessandria 16 giugno 1942. Manager. Dal 2008 consigliere delegato del Banco Popolare. «[...] entrato in Comit nel ”62 [...] ha dovuto cedere successivamente il passo dopo aver ”aperto” al matrimonio con Unicredito. L’addio si è consumato nel ”99 proprio nel giorno in cui è stato ratificato l’accordo di integrazione con Banca Intesa. E sarà Corrado Passera a richiamare nel 2002 Saviotti, che nel frattempo aveva creato la società di investimenti Equinox. [...]» (Sergio Bocconi, ”Corriere della Sera” 12/4/2006). «[…] La pesca, ma anche il tennis, il bridge, il tifo per l’Inter. E ancora il Ferretti da 18 metri ormeggiato […] all’Elba e misteriosamente […] Chi cerca nella sua storia ci trova la lunga carriera nella più elitaria delle tre Banche d’interesse nazionale, con maestri come Enrico Braggiotti e Luigi Fausti, e con un’attenzione continua e crescente a quell’area strategica - per la banca, ma anche per un capitalismo italiano dai mezzi scarsi - dei fidi. Sono gli Anni ”80, ma le lezioni imparate allora valgono anche e più che mai oggi, dopo la sbornia della finanza facile. In Comit, Saviotti arriverà nel 1998 ad essere consigliere delegato in tandem con Alberto Abelli. L’uomo è di grandi relazioni, ma capace anche di dinieghi netti. Il caso principe è proprio quello della battaglia per il controllo della Comit, dove oppone un ”no” alla fusione con la Banca di Roma, mettendosi contro Enrico Cuccia e Cesare Geronzi; risponde sì, viceversa, all’offerta alternativa avanzata dall’Unicredit di Alessandro Profumo. Poi le cose prendono un altro corso: la Comit approda nell’orbita del Nuovo Banco Ambrosiano e di Giovanni Bazoli. L’ex banchiere sperimenterà allora un’inedita alleanza con Salvatore Mancuso, dando vita al fondo Equinox - tra i soci anche Zaleski - e poi tornerà dalle parti di casa, dirigendo dal 2002 al 2005 l’area crediti di Banca Intesa. Delle scelte fatte sulla Comit continuerà però per molti anni a portare il segno. Compreso l’ostracismo - lui ne è certo - dell’allora Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. […]» (Francesco Manacorda, ”La Stampa” 10/12/2008).