La Stampa 13/04/2006, pag.18 Paolo Mastrolilli, 13 aprile 2006
Cita meglio di Tarzan. La Stampa 13 aprile 2006. New York. Per una certa generazione di spettatori, diciamo dai 30 anni in su, è come scoprire che Marilyn Monroe non è morta e prende il sole in una villa di Palm Springs, nonostante le rughe
Cita meglio di Tarzan. La Stampa 13 aprile 2006. New York. Per una certa generazione di spettatori, diciamo dai 30 anni in su, è come scoprire che Marilyn Monroe non è morta e prende il sole in una villa di Palm Springs, nonostante le rughe. Neppure Cita, la scimmia di Tarzan, ci ha lasciati, e domenica scorsa ha celebrato i 74 anni con una magnifica festa di compleanno. Come prima cosa, a scanso di equivoci, bisogna chiarire una volta per tutte che Cita non è una signora, ma un arzillo vecchietto. Poi il suo nome giusto, secondo gli americani, è Cheeta e c’è un perché. Infatti i proprietari del pensionato per animali celebri dove vive hanno preso in prestito le sue iniziali, chiamando il «santuario» Creative Habitats and Enrichment for Endangeed&Threatened Apes, ossia albergo creativo e arricchente per i primati in pericolo e minacciati. Cheeta, dunque, era la stella dei film di Tarzan. Era stata scoperta in Africa negli Anni ’30 da Tony Gentry, che di mestiere addestrava gli animali scritturati da Hollywood. Aveva interpretato 12 grandi successi a fianco dell’uomo della giungla, nonostante fosse già abbastanza anzianotta per recitare, e nel 1967 aveva chiuso la carriera con il musical «Doctor Doolittle». In genere le scimmie come lei, quando si spengono le luci della ribalta, finiscono in laboratori di ricerca che ne fanno chissà cosa. Gentry perciò aveva tenuto duro, adottando Cita. Nel 1992, però, Tony aveva capito che anche per lui stava calando il sipario. Voleva evitare che la scimmia di Tarzan finisse in qualche esperimento biologico e quindi aveva scritto nel suo testamento di sopprimerla. Quando lo ha saputo suo nipote, Dan Westfall, è corso al capezzale di Gentry per implorarlo di affidargli Cita. Lo zio si è lasciato commuovere e ha deciso di lasciargli la scimmia in eredità. Dan, prendendo ispirazione dalla protettrice degli scimpanzè Jane Goodall, si è messo in società con il biologo Abe Karajerjian e ha fondato il suo santuario «Creative Habitats and Enrichment for Endangered& Threatened Apes». Il primo ospite è stato Cita, ma ora sul terreno in mezzo al deserto di Palm Springs, 110 miglia ad Est di Los Angeles, vivono la loro dorata pensione oltre 10 ex stelle di Hollywood. Domenica scorsa la coprotagonista di Tarzan, che secondo il Guinness dei primati è la scimmia più vecchia al mondo, ha compiuto 74 anni. Allo stato selvaggio questi animali difficilmente superano i 40 anni, ma in cattività vanno tranquillamente oltre i 60. Cita è alta un metro e 20 centimetri, pesa 64 chili, e gode di ottima salute, a parte un fastidioso diabete. Quindi ha dovuto spegnere le candeline sopra una torta rigorosamente senza zucchero. Per l’occasione sono venuti a trovarla dalla Spagna i dirigente del Festival cinematografico di Peniscola, che l’hanno premiata con un riconoscimento alla carriera. Gli animali che vivono nel pensionato di Palm Springs sono lasciati in piena libertà e mangiano solo cibo salutare. Però hanno interessanti attività sociali fra di loro, e con i gestori del centro. Il passatempo preferito di Cita è dipingere quadri astratti, che Westfall chiama «Ape-stract». Secondo lui sono così belli che li vende per 125 dollari l’uno, raccogliendo soldi destinati al pensionato. Quando era una stella, la scimmia di Tarzan amava anche fumare i sigari e bere birra, ma ora Karajerjian l’ha messa a stecchetto, imponendo dieta e abitudini salutistiche. Ogni tanto, però, Westfall consente a Cita di accompagnarlo in auto al vicino McDonald’s, dove lei si concede un hamburger e una Coca. Per il resto, mangia solo frutta, vegetali e prodotti specifici per i primati. Il pensionato di Palm Springs non è aperto al pubblico e, quindi, gli svariati fans della scimmia di Tarzan non possono andare a chiederle l’autografo. Gli animalisti pensano che addestrare queste bestie a comportarsi come esseri umani, e quindi forzarle a compiere gesti ridicoli, è una crudeltà che distrugge la loro vera natura. Dopo un po’, infatti, non sanno neppure più come accoppiarsi. Ma Cita ormai è un rispettabile signore di 74 anni, e certi problemi non se li pone più. Paolo Mastrolilli