varie, 12 aprile 2006
MUSSARI
MUSSARI Giuseppe Catanzaro 20 luglio 1962. Banchiere. Dal 2006 presidente del Monte dei Paschi di Siena. Dal luglio 2010 presidente dell’Abi • «[...] senese d’adozione, avvocato di area diessina e banchiere atipico. Fresco di studi guida una cooperativa, passa poi alla Camera penale di Siena fino a diventarne presidente. Nel 2001 entra nel credito. Nemmeno quarantenne è numero uno della Fondazione Monte Paschi, la roccaforte che custodisce il pacchetto di maggioranza di Rocca Salimbeni. Il salto nel 2006, con la presidenza di Monte Paschi dove si dà da fare: cerca l’accordo con Bnl che poi sfuma, scioglie l’alleanza con Unipol, mette a segno l’acquisizione di Antonveneta e si allea con la francese Axa. Schivo e riservato [...]» (Barbara Ardù, ”la Repubblica” 24/6/2010) • «Per Andrea De Gortes detto Aceto, il fantino più titolato della storia del Palio, il presidente di Montepaschi Giuseppe Mussari ”potrebbe fare anche il presidente del consiglio, ma lui dice che quando smette viene a lavorare da me, a fare l’operaio nelle mie scuderie”. Di certo a Mussari [...] non manca la capacità di guardare lontano. Calabrese [...] arriva a Siena negli anni ”80 per studiare giurisprudenza e da allora non si è più fermato, fino ad arrivare alla guida di una delle principali istituzioni cittadine e guidarla fuori dall’isolamento. Chi ha studiato con lui lo ricorda bene (’si vedeva che avrebbe fatto strada”). Inizia a fare politica proprio all’Università, nelle file dell’organizzazione giovanile comunista. Alla sua festa di laurea, racconta un ex compagno di studi, c’è anche Luigi Berlinguer, fratello di Enrico e allora potente rettore dell’Ateneo. La sua scalata ai vertici della terza banca italiana inizia proprio da lì, dalla politica, che praticherà attivamente fino ai primi anni novanta. A Siena però non basta essere nelle fila del partito che guida la città da sempre per avere tutte le porte aperte. Giovane avvocato, ha tra i suoi primi clienti Franco Masoni, editore di una tv locale ma soprattutto personaggio molto introdotto negli ambienti che contano. lui che introduce il brillante legale nei salotti cittadini, che lo presenta ai notabili della piccola città costruita intorno ad una festa - il Palio - che ne detta i ritmi per tutto l’anno da secoli. Città con una banca – ”il Monte”, come lo chiamano i senesi, o ”il babbo Monte” - che dà lavoro, finanzia le imprese e distribuisce emolumenti, anche in questo caso da secoli. Adesso i due non sono più in buoni rapporti e Mussari è sposato con l’ex moglie di Masoni. Altro ex amico del numero uno della banca è Pierluigi Piccini. Primo sindaco eletto con il maggioritario, osò sfidare Botteghe Oscure in nome della senesità e rivendicò la sua autonomia di scelta anche sulle faccende della banca. Del sindaco Piccini, Mussari è il consigliere più ascoltato. lui che lo sceglie come membro della Deputazione, l’organo di governo della Fondazione Mps che a sua volta controlla la banca e dove in appena qualche mese diventa, nel 2001, il numero uno. Solo che lì voleva andarci Piccini e anche con l’ex sindaco, adesso per una bizzarria del destino diventato suo dipendente - guida la filiale francese - i rapporti non sono più quelli di un tempo. Da qui una battuta che gira in città, nello struscio della sera prima di andare a cena: ”A Siena aveva due amici, di uno ne ha sposato la moglie e dell’altro ne ha preso la poltrona”. Cattiverie da città di provincia, dove anche il dileggio del potente fa parte delle consuetudini antiche. Di amici invece Mussari ne ha parecchi, a Siena e fuori. Rapporti fatti di reciproca stima, come quello con Giuseppe Guzzetti della Fondazione Cariplo. Nato quando, quarantenne, Mussari guidava la Fondazione Mps. O ancora con Francesco Gaetano Caltagirone, importante azionista privato nonché vicepresidente del Monte, con il quale condivide una riservatezza quasi assoluta e la capacità di non perdonare (quasi) mai un torto subìto. Ma anche, in perfetto stile bipartisan, con Turiddo Campaini, il ”monaco rosso” che guida Unicoop Firenze, la faccia pulita della Coop anche lui tra gli azionisti della banca senese. con il ruolo determinante del fiorentino Campaini che i senesi recidono l’ultimo legame con i bolognesi di Unipol, prima negando l’appoggio di Mps a Fiorani per Antonveneta e a Consorte per Bnl. Poi andando a fare un accordo di bancassicurazione con i francesi di Axa. Proprio la solidità di questi rapporti ha permesso a Mussari di svincolarsi dalla politica. E se prima, all’interno dei Ds, lo scontro era Siena contro Roma, adesso gli osservatori notano come ormai l’avvocato calabrese faccia la corsa da solo e oltre a continuare a non ascoltare i richiami del Botteghino detti l’agenda anche ai palazzi della politica locale. La dimostrazione arriva proprio dall’operazione Antonveneta. Operazione chiusa in 24 ore, con Mussari che orecchia di un contatto tra Santander e i francesi di Bnp Paribas per la cessione di Antonveneta, contatta il quartier generale di Don Emilio Botin e intavola una trattativa serrata, a distanza, con telefonate che si rincorrono [...] Con Aceto si conoscono da vent’anni: ”Con la pioggia o con il sole, sabato e domenica viene da me per andare a cavallo. Abbiamo anche due cavalli in società. Avevano chiesto anche a me di fare il presidente del Monte, ma io i soldi sono più bravo a spenderli, lui a farli fruttare”» (Gianluca Paolucci, ”La Stampa” 9/11/2007).