12 aprile 2006
GUIDA Mario.
GUIDA Mario. Nato a Napoli il 7 settembre 1932. Editore. Libraio. « Dire Port’Alba, a Napoli, è come dire libri. La breve, affollata via del centro storico è, infatti, strettamente monoculturale: le librerie si susseguono su entrambi i lati, Guida e Pironti le più prestigiose, inframmezzate da vetrine di remainder, di antiquariato e scolastica. Solo a qualche pizzeria è consentito spezzare il monopolio, ma rifocillarsi è un obbligo anche per i librai. Incontrastato re della strada è Mario Guida [...] figlio del mitico Alfredo, fondatore, nel 1923, della libreria e della omonima casa editrice, il quale, a 24 anni, nella desolazione (e disoccupazione) seguita alla Grande guerra, si era inventato, per sbarcare il lunario, una biblioteca ambulante poi trasformata in una piccola bottega di libri in Port’Alba. Nel corso dei decenni quella prima rivendita ne ha attirate di fronte e a fianco numerose altre con la medesima merce. Quel che dapprincipio era un ”buco” con una sola vetrina ora è uno spazio moderno che occupa cinque piani del medesimo palazzo settecentesco in cui si era sistemato il fondatore. , questo, il cuore della Guida, il centro di un piccolo impero che conta 67 dipendenti e comprende altri due negozi a Napoli, uno a Caserta, uno ad Avellino, uno a Benevento, uno a Salerno e uno a Ischia, più quattro in franchising, sparsi nella provincia. Da queste dodici postazioni strategiche - per usare un’espressione di Mario - la Guida combatte la sua battaglia contro l’imbarbarimento. Battaglia durissima perché di questi tempi i librai hanno vita difficile in tutto il Paese e perché i nemici non sono soltanto l’ignoranza, la televisione e il disamore per i libri. Il pericolo, paradossalmente, viene ora, principalmente, dai grandi editori e dai loro sterminati empori. ”I quali - spiega Mario da dietro la sua scrivania al terzo piano, in una stanza le cui pareti sono tappezzate di attestati, diplomi, premi, targhe, medaglie e perfino coppe come se fosse la tana di un campione sportivo più che di un editore - hanno sulle librerie lo stesso effetto di un supermercato sui negozi di quartiere: poiché trattano grandi numeri, possono permettersi sconti impossibili ai piccoli che, uno dopo l’altro, sono costretti a chiudere. Ma siamo penalizzati anche in veste di editori di storia, filosofia e critica letteraria soprattutto, con una particolare attenzione agli autori napoletani, nonché di una collana dedicata ai giovani narratori del Sud (il primo Erri de Luca l’ha pubblicato proprio Guida), infatti le grandi librerie monomarca non si sognano di vendere i nostri volumi. E forse i giornali nazionali recensiscono libri che non siano pubblicati da grandi editori? Soltanto eccezionalmente...”. La trincea della resistenza di Guida passa per due canali: il personale appassionato - formato quasi tutto qui in Port’Alba - che legge, sa e consiglia; e il lavoro decennale di ”bonifica culturale” fatta di incontri settimanali con scrittori, poeti, pittori, architetti, saggisti, registi, politici - e, stando agli album di fotografie che si possono sfogliare in libreria, negli ultimi sessant’anni è passata di qui la cultura italiana al completo, nonché buona parte di quella straniera - oltre a una serie di iniziative nate dalla fantasia del padrone di casa. Per esempio, ”La fiaba più bella”, concorso di scrittura per i bambini delle elementari il cui migliore racconto viene pubblicato, musicato e messo in scena; oppure ”Leggiamoci fuori scuola”, dedicato ai ragazzi delle superiori ai quali ogni mese viene proposto un libro con il cui autore potranno poi conversare a fine lettura. O, ancora, ”Un libro in busta paga” pensato per gli operai di un’industria napoletana indicata dall’assessorato, che ricevono in regalo un libro delle edizioni Guida, con la possibilità di incontrare poi l’autore. Un’azione di bonifica che non coinvolge soltanto le tre librerie napoletane ma anche quelle della provincia, dove, anzi, le diverse iniziative hanno in media più successo che nel capoluogo, distratto da un maggior numero di eventi. ”Purtroppo, però - si rammarica Mario Guida - di tutti questi sforzi, fuori regione non si viene a sapere nulla. Esportiamo solo notizie di imbrogli e sparatorie. Da quando, poi, esistono le edizioni locali dei grandi giornali nazionali, va ancora peggio perché la vita culturale delle nostre città resta relegata nelle pagine cittadine e ’fuori’ vanno solo le guerre di camorra, i cadaveri, la droga”. Parallelamente alle attività libraria ed editoriale, la Guida funziona anche come galleria d’arte. ”Abbiamo cominciato negli anni Sessanta, nella mitica saletta rossa che aveva ampie pareti libere. Andavamo in macchina, mio fratello e io, a Roma, a caricare gli artisti e ce li portavamo a Napoli. Pensi che siamo riusciti a fare qui in Port’Alba la prima mostra italiana di Andy Warhol. Con noi lavorava un gruppo di ragazzi intelligenti: per esempio, Pasquale Squitieri che scriveva i comunicati stampa, oppure Achille Bonito Oliva, che si occupava dei quadri. Purtroppo, però, se lo portò via presto Giulio Carlo Argan al quale lo avevo presentato proprio qui in libreria”. Come pezze d’appoggio, Guida mostra le foto dei suoi giovani collaboratori di allora indaffarati nella saletta rossa, si riconoscono un Pasquale Squitieri magro magro e un Achille Bonito con un notevole ciuffo di capelli neri. Mario Guida è quel che si può definire un figlio d’arte. Da quando ebbe 14 anni e continuando fino ai 18, saltò sempre il primo trimestre di scuola perché all’inizio dell’anno c’era un gran lavoro in libreria con i libri di testo da ordinare. S’iscrisse poi a Giurisprudenza, facoltà considerata facile e veloce, per poter entrare il prima possibile nell’azienda di famiglia. Ma può una passione essere ereditaria, passare cioè di padre in figlio? ”Certo che può, io ne sono la prova. Artefice del contagio è stata la quotidiana frequentazione dei libri, la conoscenza profonda di come si ”costruiscono”, come si maneggiano, come si scelgono, come si vendono. E poi, vedere il papà appassionato a qualcosa, facilmente infiamma i figli spingendoli a imitarlo. Due dei miei fratelli sono stati a loro volta ”contaminati”, e sì che con nostro padre non era facile convivere, era uno di quei comandanti alla vecchia maniera che voleva decidere ogni cosa, fino all’ultimo. Io, invece, i due nipoti che da anni ho qui con me in negozio, li lascio decidere abbastanza”. Non c’è intellettuale napoletano degli ultimi ottant’anni che non abbia almeno una volta incrociato il suo cammino con Guida, pubblicando per la casa editrice, presentando le sue opere in libreria o, anche, semplicemente, intrattenendosi in lunghe conversazioni in Port’Alba, sorseggiando il famoso caffè della casa. Un lungo percorso di civile bonifica, quello tracciato dalla famiglia Guida, a partire dal 1923, interrotto solo durante il fascismo. Mario, però, napoletanamente tiene bassissimo il profilo: ”Sì, in quegli anni ci scocciarono un poco...”» (Isabella Bossi Fedrigotti, ”Corriere della Sera” 12/4/2006).