La Stampa, 13/05/2001, Alberto Arbasino, 13 maggio 2001
Nella repubblica delle melanzane alla parmigiana i candidati nazionalpopolari si ingiuriano come vecchie comari invece di prendersi una tisana
Nella repubblica delle melanzane alla parmigiana i candidati nazionalpopolari si ingiuriano come vecchie comari invece di prendersi una tisana. Nella repubblica delle noccioline e delle galline i vari cori di pescivendole intellettuali e corpivendole da avanspettacolo istituzionale si riducono a sgridare i nuovi elettori come presidi liberal-bisbetici e vecchi nonni radical-collerici nel regno dei mandarini e dei limoni... Come cittadini di una ex-Italia già (forse) civile a chi chiedere venia e perdono e giustificazioni per una campagna elettorale limitata alla contumelia da cortile tradizionale o da canile coloniale e servile? Fra le satire e/o censure italiche sarà satirico o sarà censurabile chiedere (in modo afflitto o ridicolo) a un Presidente della Repubblica a quelli delle Camere se ad ogni elezione ”normale” il cittadino si debba vergognare o inorridire con tutto il suo senso civico perché la povera vecchia Patria si trova ”normalmente” in pericolo? (E tanta precarietà non la si vedeva, due o tre anni fa?). Ma nei paesi così anormali lo si chiederà con impegno civile o con lazzi e gestacci scurrili? La casalinga di Voghera non è mai stata una bestia rara. Non si ritiene affatto unica. Anzi, è fin troppo ecumenica. Quando la va in crociera si rende simpatica chiedendo scuse anche agli eretici e agli scismatici per le sconvenienze di tutti i cattolici e non solo i crociati o i crocieristi di Voghera. Alberto Arbasino