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 2006  aprile 10 Lunedì calendario

AIRA César Pringles (Argentina) 23 febbraio 1949. Scrittore. «[...] La novelita è [...] la misura abituale di questo scrittore argentino [

AIRA César Pringles (Argentina) 23 febbraio 1949. Scrittore. «[...] La novelita è [...] la misura abituale di questo scrittore argentino [...] coltissimo e prolifico: ha firmato più di quaranta romanzi oltre a racconti, testi teatrali e saggi. Di lui si dice che sia appartato fino alla misantropia, e in preda a crisi esistenziali [...] ”In genere non faccio riferimento a me, quando scrivo. Vorrei anzi pensare ai miei libri come a dei meccanismi autonomi che funzionano secondo regole proprie. Ma quando vengono pubblicati, sempre mi si fa notare il rapporto che hanno con me, come uomo [...] Be’, io sono sempre stato molto timido, perso nell’incantesimo delle mie letture, e ho sempre visto la realtà come qualcosa di alieno [...]”. Se gli chiedi invece quali autori ha amato, risponde che dovrebbe fare un elenco interminabile, seppure con una preferenza per Lautreamont, che definisce il suo ”eroe” . Dice però di privilegiare i classici, quegli autori distanti dall’attualità che raccontano mondi scomparsi. ”Le novità in libreria mi attraggono pochissimo, per quanto non abbia niente da ridire: si vanno accumulando testimonianze sul nostro mondo, utili quando il nostro mondo sarà svanito...”. Che effetto gli fa che il suo nome venga legato a quello di Borges? Crede che sia un riferimento obbligato, forse anche un po’ pigro? ”Tutti gli scrittori argentini hanno dovuto misurarsi con lui, nel bene e nel male. Potrà magari opprimere come un padre troppo esigente, ma i grandi non sono mai scoraggianti, hanno invece la funzione d´ispirare, di stimolare. Borges mi ha accompagnato tutta la vita, dai dodici anni in poi. Come tutti i bambini, ho cominciato leggendo romanzi di avventura - il mio preferito era Salgari - e già allora avevo deciso che la mia sarebbe stata una vita legata ai libri. Ma è con Borges che ho scoperto la letteratura, il letterario della letteratura, e questo per me è stato definitivo. Tutto quello che ho letto dopo non ha fatto che confermarmelo”. Voce non facilmente classificabile della narrativa ispanoamericana - per originalità, freschezza, umorismo, immaginazione [...] è già un autore di culto in Spagna. El Mundo parla di un’’airamania” e su La Vanguardia si legge: ”César Aira sorprende continuamente il lettore con la sua rara genialità. Ha una comunità di seguaci sempre più folta, che si scambiano i suoi romanzi come segreti”. Seguaci che non mancheranno anche in Francia, se Lire non esita a intonare un peana: ”Un giorno il mondo parlerà di César Aira come di Jorge Luis Borges: come uno di quei rarissimi autori che cambiano la letteratura”. [...]» (Luciana Sica, ”la Repubblica” 8/4/2006).