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 2006  aprile 09 Domenica calendario

Una spia caccia la badante, La Stampa, 9 Aprile 2006 A casa della signora Anna Maria c’è una giovane donna straniera che l’aiuta a vivere meglio i suoi ottant’anni, la lava e la veste, cucina per lei e che la cura quando si ammala

Una spia caccia la badante, La Stampa, 9 Aprile 2006 A casa della signora Anna Maria c’è una giovane donna straniera che l’aiuta a vivere meglio i suoi ottant’anni, la lava e la veste, cucina per lei e che la cura quando si ammala. Ma quella ragazza - Elena si chiama - non ha permesso di soggiorno. Clandestina, insomma. Un giorno un concittadino della signora Anna Maria va alla stazione dei carabinieri e presenta un dettagliato rapporto: in quella casa di quella strada c’è una clandestina. Giuridicamente questo rapporto si chiama notizia di reato, e che altro possono fare i carabinieri di Volpago del Montello, provincia di Treviso, se non presentarsi alla casa in questione e verificare se davvero i muri celino la fuorilegge? Elena c’è, naturalmente: da due anni sta lì e non esce mai, perfino la spesa ordina al telefono per non farsi vedere. Impossibile non trovarla. Denunciata, processata per direttissima. Su richiesta della pubblica accusa rappresentata dal pm Francesca Torri, che sostiene lo stato di necessità a giustificazione della presenza in Italia della cittadina irregolare, il giudice Francesco Sartorio del Tribunale di Treviso assolve Elena «per non aver commesso il fatto». Però la legge è più forte dei suoi stessi rappresentanti, e quindi la straniera, benché assolta, sarà espulsa. Povegliano, 4.700 abitanti, sette chilometri da Treviso. Campagna fino a qualche anno fa, ormai poco meno che periferia. Stranieri ce ne sono, anche se non numerosi: kosovari e serbi soprattutto, tutti regolari - assicura il sindaco - e impiegati nel settore edilizio. Anziani anche, ce ne sono; ma se il tessuto rurale ha ceduto al cemento, quello solidale ha retto all’usura del tempo e dei costumi: pare che tutti o quasi possano contare sull’aiuto dei parenti più stretti. Anna Maria di parenti così stretti non ne ha ed è per questo che accoglie, due anni fa, Elena Cernolev. Viene dalla Moldova, ha 30 anni, a casa ha lasciato un bimbo piccolo affidato alla cognata, e un marito che si arrangia correndo come autista per mezza Europa, quando lo chiamano. E’ arrivata in Italia perché vuole un lavoro, serio, non importa se faticoso. Un passaparola, e finisce in questa casa di Povegliano ad assistere la signora. Elena è quello che sono migliaia di badanti nel limbo della clandestinità necessaria: un po’ cameriera, un po’ infermiera, un po’ confidente. «Di sicuro non aveva dato fastidio a nessuno» si limita a commentare il parroco. Tutto ciò che guadagna, accerteranno i giudici nella breve istruttoria, viene spedito a casa: serve a garantire il presente e uno spicchio di futuro al bambino. Il passaporto è chiuso in un cassetto, assieme al sogno del ritorno; Elena sa di non essere in regola, anche Anna Maria lo sa, e a nessuna delle due la situazione fa piacere tanto che la giovane è tra le centinaia di migliaia di stranieri che presentano domanda di regolarizzazione all’ultima sanatoria. Una speranza inutile. Al processo, la giovane badante si è presentata stordita ma piena di dignità; ai giudici, che già avevano accertato la perfetta lucidità dell’anziana e avevano dunque sgombrato il campo dal fastidioso sospetto della circonvenzione d’incapace, ha parlato brevemente del suo bambino, della vita da reclusa accettata di buon grado, del rapporto d’affetto che con la sua assistita. Si è consegnata alla delazione e alla legge con gli occhi lucidi ma le spalle diritte, e ha chiesto solo il tempo per trovare qualcuno di affidabile a cui consegnare una donna che non è in grado di gestirsi da sola. Poi se ne andrà. Il sindaco di Povegliano Sergio Zappalorto - architetto al primo mandato, guida una lista civica eletta con il sostegno del centrosinistra - giudica «tristissima» la delazione. «Ma la signora Anna Maria - dice - potrebbe usufruire della nostra convenzione con una struttura per anziani in un comune qui vicino. Il fatto è che vive in una casa di proprietà, ha una pensione e si è sempre rifiutata di andarci». Si sa come sono, i vecchi: preferiscono svegliarsi la mattina tra le loro cose, tra i loro ricordi, vedere dalla finestra ciò che hanno sempre visto e magari trovarsi accanto il sorriso di una persona che alla lunga ha imparato a volergli un po’ di bene. Manie, si capisce: ci pensano i bravi cittadini, per fortuna, a far rispettare la legge. Anna Sandri