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 2006  aprile 09 Domenica calendario

Paparazzi 2000 una notte in viaggio inseguendo lo scoop, La Stampa, 9 Aprile 2006 «Marchettari», è il pronostico di Paparazzo, che ha appena iniziato il giro serale nella Milano delle veline e dei calciatori, viale Monza, zona Lele Mora, con la sua Nikon aggiustata coi cerotti (gli girano l’obbiettivo come fosse la testa di un polipo, crac)

Paparazzi 2000 una notte in viaggio inseguendo lo scoop, La Stampa, 9 Aprile 2006 «Marchettari», è il pronostico di Paparazzo, che ha appena iniziato il giro serale nella Milano delle veline e dei calciatori, viale Monza, zona Lele Mora, con la sua Nikon aggiustata coi cerotti (gli girano l’obbiettivo come fosse la testa di un polipo, crac). Serata pre-elettorale, poco tonica, come sotto il sortilegio d’un imminente Giudizio Universale. Ma Paparazzo non si perde d’animo. Ha iniziato fotografando gli Orangu-Tangu a Sumatra, lui - con una macchina fotografica rubata in un ristorante, ma questa è un’altra storia - e riusciva a cavar loro una tale umanità che i ricercatori inglesi compravano rullini su rullini: figurarsi se lo preoccupano gli occhi vacui d’una starlette fattona o d’un tronista in bilico, qualcosa di buono si scatta sempre. Il chiacchiericcio intorno al bancone indica per ora labili piste, possibili clic da qualche centinaio di euro: «Ah, è incinta»; «Sì, poi vanno all’Hollywood». Paparazzo infilza un pezzo di salsiccia nel forchettone da bourguignonne, lo immerge nell’olio bollente, ordina un calice di rosso e si prende il suo tempo. Poco. La soffiata che cambierà la nostra notte arriva via sms. Lei è la modella Tal dei Tali, vendibilissima; lui ha un cognome importante, ma la fonte non dice quale. S’incontreranno a Firenze fra tre ore. Paparazzo deve decidere in una manciata di minuti: prendere il rischio o aspettare qualcosa di più certo. «Si va», glielo dice l’intuito. Auto a nolo, pipì in bottiglia Partiamo in quattro, sull’utilitaria bluette presa a nolo (regola numero uno, cambiare spesso e scegliere modelli ordinari, «altrimenti ti sgamano»), stipata di telecamere, computer, schede telefoniche, cappelli e bottiglie d’acqua, alcune vuote (regola numero due, gli appostamenti possono durare ore e non si può certo uscire dalla macchina per andare a fare pipì, tocca arrangiarsi). Oltre a Paparazzo, che di nome fa Fabrizio Pensa detto Bicio, c’è la sua assistente napoletana Marilena Peluso, arrivata a Milano da pochi mesi dopo essersi lasciata alle spalle una laurea in lettere e una carriera da cronista co-co-co; c’è Darietto, un amico che sta lavorando a un video sul backstage dei reportage di gossip; c’è la giornalista curiosa di vedere all’opera un Tazio Secchiaroli degli Anni Duemila. Comanda Paparazzo e non si discute: la velocità la decide lui («siamo già in ritardo»), chi ha fame se la tiene, la musica è a palla, Gotan Project per l’adrenalina e Jovanotti per rilassarsi; della pipì s’è detto; e per quando si sarà sul luogo, si ripassa la regola numero tre: in caso di appostamento in auto vietatissimo scendere, «se devo partire a razzo, chi c’è c’è». La modella e il Mister X Dunque, la modella dovrebbe arrivare in albergo alle undici e l’uomo misterioso andrà a prenderla. Noi dovremo essere già lì, nascosti, mezz’ora prima, e l’impresa parrebbe disperata. Si fanno congetture sull’identità di mister X. Solo quando lo vedrà, Bicio saprà quanto può valere il servizio: da qualche centinaio di euro, per coprirci i costi della trasferta, a qualche decina di migliaia. «Speriamo un politico», dice Marilena. «Il figlio di un imprenditore», si sente lui. Le elucubrazioni vengono interrotte da una telefonata che segnala Bobo Vieri con una nuova ragazza in un ristorante di Milano. Bicio ha un tentennamento (paparazzare Vieri dà, pare, molta soddisfazione, perché lui se la prende), poi scala la marcia e avverte un collega su piazza: «Sia chiaro, voglio il 20%». Un po’ di teoria del gossip, adesso, per ingannare il tempo del viaggio. Dove si apprende che ci sono i paparazzi e gli scattini, praticamente impiegati del gossip. Puah. Noi siamo paparazzi. Seguire il pesce piccolo Poi, si ha la conferma che nel sessanta per cento dei casi è una delle due «vittime» a chiamare il fotografo. «L’anello debole della coppia, quello che ha bisogno di pubblicità, e il più delle volte è la donna». Per questo un paparazzo che sa il fatto suo non sottovaluta mai la chiamata di una meteorina, «s’insegue il pesce piccolo e si arriva al pesce grosso», se va bene. Per essere venduto a prezzo pieno, il servizio si deve comporre di: uscita di lei dall’albergo, incontro con lui, serata, rientro della coppia e naturalmente bacio. Se non c’è bacio - bacio vero, sulla bocca e con la lingua - Paparazzo ha buttato il suo tempo. «Oggi i direttori dei rotocalchi sono inflessibili - spiega Marilena - fino a qualche anno si spacciavano per passione certi bacetti di sbieco, da amici; ora non è più possibile». A 40 chilometri da Firenze, l’ingorgo. Centinaia di camion in fila col motore spento. Bicio comincia a innervosirsi, tra l’altro la nostra fonte non risponde più agli sms e non si sa ancora il nome dell’albergo. Per un attimo tutto sembra perduto. Poi la coda si sblocca, l’sms arriva. In perfetto orario, euforici, attraversiamo l’Arno. Il bacio con la lingua Paparazzo fa le cose per bene. Si prenotano due stanze nello stesso albergo nel quale la coppia clandestina dovrebbe passare la notte: stanze all’altezza delle aspettative, neon lilla, tv al plasma, doccia in vetrina, ma purtroppo affacciano sul cortile interno, perciò l’appostamento va fatto fuori. Bicio e Darietto, con la macchina fotografica capace di beccare dalla spiaggia un topless in alto mare, s’acquattano sull’auto al buio, Marilena con la telecamera sta dietro una siepe. Dopo mezz’ora la modella arriva, vestita da modella, jeans, tacchi alti, giacchino, cappello con visiera. Passano neanche dieci minuti ed ecco un ragazzo - «ma è giovanissimo!» - con macchinone adeguato e faccia sconosciuta. Bicio fiuta il colpaccio, per il gossip un personaggio nuovo, «vergine», vale di più. Per colmo di buona sorte, i due si baciano subito. Bacio sulla bocca, con la lingua. E noi si scatta e si filma per benino. Poi via, all’inseguimento: «Penso sempre alla morte di lady D», confiderà qualche ora più tardi davanti a un caffè l’assistente paparazza napoletana, «noi guidiamo bene, anche nella massima velocità siamo attenti, ma chi può dire se chi scappa ha nervi altrettanto saldi?». Noi però non ci facciamo sgamare e la nostra coppia la seguiamo fin dentro una discoteca del centro di Firenze, dove non si potrebbe fotografare ma Bicio riesce a girare anche un bel video. Ora non resta che riappostarsi davanti all’albergo, con l’hot dog rimediato dal paninaro albanese e tanta voglia di chiacchiera. Paparazzo ora è rilassato, si parla un po’ di tutto, anche di politica. I paparazzi non votano, ma pensano al lavoro e perciò vivono questa vigilia elettorale con apprensione, «potrebbe essere la fine di un mondo», temono la crisi. Albeggia quando Bicio, che in discoteca ha chiacchierato con molte persone e ha infine saputo, confida l’identità dell’uomo misterioso. «E’ il figlio d’un imprenditore». Quanto abbiamo guadagnato? «Sui 10 mila euro, niente male». Distribuiti così: metà all’agenzia Corona’s alla quale Bicio e Marilena fanno capo; l’altra metà a Paparazzo che darà alla sua assistente il 20 per cento. Per sapere chi abbiamo paparazzato, se interessati, non resta che attendere l’uscita dei giornali gossipari, a metà settimana.