8 aprile 2006
Alle 9.30 di lunedì 27 marzo Camillo Pane, infermiere di 49 anni, salì in macchina insieme alla moglie Annamaria, casalinga di 45, i figli Eugenio, ventenne, e Maria, di appena 18 anni
Alle 9.30 di lunedì 27 marzo Camillo Pane, infermiere di 49 anni, salì in macchina insieme alla moglie Annamaria, casalinga di 45, i figli Eugenio, ventenne, e Maria, di appena 18 anni. A Decollatura, il paese dove vivevano, avevano fatto sapere che sarebbero stati fuori tutto il giorno per un impegno. In tarda mattinata furono trovati morti nella campagna di Caraffa, cinquanta chilometri da Decollatura: l’infermiere ucciso con uno sparo alla tempia sinistra, come la moglie. Il figlio Eugenio con due proiettili alla nuca, Maria con due alla nuca e due nello stomaco. Per il momento è stato arrestato Claudio Tomaino, di anni 29, nipote dell’infermiere. Questi, che era in affari col Pane per delle vendite immobiliari, dice di aver voluto compiere un «sacrificio», testimoniato anche dal «contrato con Satana» firmato col sangue trovato in casa sua. Nell’accordo, copiato dal secondo volume dell’Enciclopedia dell’ignoto, Tomaino dichiara di vendere l’anima al diavolo in cambio dell’impunità per l’assassinio della famiglia Pane. Tra i casolari di Caraffa, a venti chilometri da Catanzaro.