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 2006  aprile 08 Sabato calendario

Sia pure in extremis e con grande strazio, ce l’ho fatta. Mi sono letto *Per il bene dell’Italia*, una mappazza di 281 pagine

Sia pure in extremis e con grande strazio, ce l’ho fatta. Mi sono letto *Per il bene dell’Italia*, una mappazza di 281 pagine. Perciò ora chiedo a voi: vi pare affidabile una coalizione che a pagina 254 del suo programma scrive: "Prevedere sanzioni limitate e un meccanismo premiale per l’immigrato irregolare che collabora all’identificazione e al rimpatrio", in altre parole propone di erogare un contributo (una medaglia non credo) ai clandestini che si consegnano alle forze dell’ordine? E si può riporre fiducia in politici che ripetono quest’aggettivo, *premiale*, a proposito di fiscalità e di rifiuti urbani? Più specificatamente, vi fidate di gente che oltre a spargere a piene mani *checks and balances, e-government* (quattro volte), *best practices* (due), *infomobility, job on call, staff leasing, benchmarking*, riesce nel medesimo programma a infilare i seguenti termini, 12 dei quali – cioè più della metà – non figurano nemmeno sul dizionario Zingarelli: *pattizia, interistituzionale* (quattro volte), *perequazione* (tre), *allocazione* (sette), *reingegnerizzare, decertificazione, interoperabilità, degiurisdizionalizzazione, partenariato* (cinque), *multilateralismo* (tre), *rinazionalizzazione* (due), *standardizzazione, montanità* (con la "t" – non con la "d" come immaginate voi, frivoli che non siete altro – giacché trattasi di "concetto che non può più prescindere da un elemento altimetrico coniugato con il grado di accessibilità dei territori"), *esternalizzabili* (due), *portabilità, finanziaristico, incapienti, precarizzazione* (quattro), *ospedalocentrica, manicomialità, autoresponsabilizzazione, interrelato, propedeuticità*? E vi tranquillizza leggere per tre volte nello spazio di appena sei righe la formula *entro 1 anno* (sic), seguita da quest’altre espressioni: *nella cornice dei livelli essenziali, strumenti di esigibilità, assicurazione della piena circolarità, filtri precontenziosi, riparto di giurisdizione, tendenziale generalizzazione della tutela accelerata, accertato disvalore, interlocuzione degli operatori del sistema, logica multipolare, sedi di confronto, attori sociali, veicolazione specialistica, regolazione ordinistica, sistema duale, riequilibrio modale, filiera corta, socializzazione primaria, responsabilità genitoriali, presa in carico, ottica emergenziale, contrattualità sociale, appropriatezza prescrittiva, decisori sanitari, consenso condiviso, fattore localizzativo strategico, focalizzazione degli strumenti di incentivazione, significativa finalizzazione, condivisione territoriale, prospettive di occupabilità, totalizzazione dei contributi, capacità trasmissiva*? Ancora. Vi risultano chiari concetti del tipo: "L’uso corretto del farmaco è la sfida per l’appropriatezza questione centrale per l’intero sistema sanitario"? Vi suggestionano formule retoriche come *valori condivisi* (pagina 98) e *progetto condiviso* (pagine 227 e 233) nonché gli immortali orografici *a monte* (pagina 209) e *a valle* (pagina 252)? Ebbene, *nella misura in cui* (pagina 170) avete risposto sì in tutto o in parte a queste domande, significa che appartenete irrimediabilmente alla *società civile* (citata 12 volte nel documento in questione) e dunque non vi resta altra scelta: votare per l’Unione. Il cui libro dei sogni non a caso consta di 84.867 parole, 21 volte più di quelle contenute nel programma della Casa delle libertà (4.005 parole, 23 pagine). Al momento di deporre la scheda nell’urna, tuttavia, ricordate la lezione di Giosuè Carducci: "Chi potendo esprimere un concetto in dieci parole ne usa dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni". Parlava agli studenti di Bologna, ma vale anche per i professori della stessa città. CHIAMATA ALLE ARMI. Conclusione dell’editoriale del direttore Ezio Mauro su Repubblica dell’altro ieri: "Penso che l’Italia possa farcela, con l’arma del voto, a chiudere questa avventura. Ma l’epilogo rischia di essere peggiore del dramma. Da vero titano, il Cavaliere può ancora danneggiare questo Paese, anche se sarà sconfitto". E se lo ammazzassimo? Berlusconi, si capisce. TELECHIARI DI LUNA. Su Telechiara, emittente dei vescovi del Triveneto, va in onda con grande scandalo dei devoti telespettatori uno spot della Rosa nel pugno a favore dei patti civili di solidarietà per le coppie di fatto. Il direttore si difende sostenendo di non aver avuto scelta: "C’è poco da fare: la legge stabilisce che le emittenti favorevoli a ospitare spazi pubblicitari di natura elettorale non possono decidere se accettare o meno gli spot". La legge gli impone anche di ospitare questi spazi? No. Poteva dunque rifiutarli, come fanno altre Tv cattoliche (Telepace in 25 anni non ha mai trasmesso pubblicità, di nessun genere). Se Telechiara ha accettato per soldi gli spot dei partiti, perché non ammetterlo? In fin dei conti 1.973 anni fa, come in questi giorni, per trenta denari accadde di peggio. UN TANTO AL METRO. Dal quotidiano Metro: "Il rifiuto del terrorismo e di ogni giustificazione ”in nome di Dio” è stata condannata dal Rabbino capo di Roma come ”una bestemmia”". Quali punizioni prevederà il Talmud per i profanatori della sintassi? HANNO FATTO C’ENTRO. Due inviati speciali del Corriere a Parma intervistano Paolo Onofri e gli fanno dire: "Mi piacciono le ragazze giovani, non le bambine. Ma tutto questo non centra con il rapimento di mio figlio". Occorrevano quattro mani per firmare un verbo sbagliato? VIVA LA BIGA. Lo stesso Corriere ha presentato così il kolossal di Raidue sull’antica Roma: "La vita sarà mostrata per quello che era: i ladri strangolati, crocifissi i disertori, linguaggio crudo, sesso a tutta biga". Scambio di consonanti? Stefano Lorenzetto