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 2006  aprile 07 Venerdì calendario

Tutta la famiglia canta «Bella stella dimmi tu», La Stampa, venerdì 7 Aprile 2006 I genitori Suzuki si dividono in due categorie: quelli devoti alla causa e quelli renitenti alla leva

Tutta la famiglia canta «Bella stella dimmi tu», La Stampa, venerdì 7 Aprile 2006 I genitori Suzuki si dividono in due categorie: quelli devoti alla causa e quelli renitenti alla leva. Perché è una bella fatica: nei primi anni la musica si impara in due, si va a lezione in due, si cantano canzoncine stupidine e si fanno strani ma utilissimi gesti, tutti insieme, bambini e adulti. Da quel momento un certo tema popolare (poi rielaborto da Mozart) che fa la-la-mi-mi-fa-fa-miii, ovverro «bella stella dimmi tu/cosa vedi di lassù» comincia a insinuarsi in casa come un mantra, di notte e di giorno, si appiccica alle tende, salta fuori dalle pentole, aleggia come una maledizione ventiquattr’ore su ventiquattro; in caso di famiglie un po’ più numerose contagia subito gli altri figli non Suzuki, perché pare che tutti ne vadano pazzi. Quando finalmente, piano piano, si cheta, perché il repertorio intanto si è allargato, possono manifestarsi le prime paturnie da artista, i piccoli stress da palcoscenico, visto che è arrivato il momento che i piccoli musicisti si misurino con i primi concerti; e allora si corre nei backstage, si fa un po’ di manovalanza, si diventa agenti e facchini (ieri chi scrive ha visto davanti al conservatorio un padre-Suzuki arrancare stoicamente in mezzo alla strada spingendo una monumentale pianola elettrica). Magari si deve seguire l’orchestra in Thailandia. Non che accada spesso. Ma può succedere. Più in concreto c’è il rischio che nasca un problema in più per le vancanze, che salti qualche fine settimana in montagna, e a volte che saltino anche i nervi. Ma gli anni passano, e improvvisamente si scopre con infinito stupore che la piccola/il piccolo violinista (o arpista, mandolinista, pianista) ascolta indifferentemente Mozart e Britney Spears, Chopin e i Beatles, inscena liete discussioni con le amiche sul musicista «Ciaiboschi» e sul pittore «Sciacall» - per via dei rabbini violinisti - e soprattutto li apprezza tutti, allo stesso modo spontaneo e non-mediato. Non solo: a poco a poco, magari in un tardo pomeriggio in cui stai lavorando nel tuo studio, arriva il momento in cui per la prima volta si diffonde in casa un riconoscibile, meraviglioso Vivaldi, un dolcissimo Chopin. Qualcuno studia. Allora non c’è proprio scampo, davanti alla bellezza ci commuoviamo tutti. Molto vergognosi per l’antica iscrizione al settore renitenti; molto grati a nostra moglie. Mario Baudino