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 2006  aprile 06 Giovedì calendario

LACAGNINA

LACAGNINA Salvatore Siracusa 17 gennaio 1973. Critico d’arte. Direttore dell’Istituto di cultura svizzero (il primo senza la cittadinanza elevetica). Nel 2006 finì sulla copertina di ”Time” (che alla vigilia delle elezioni politche aveva dedicato un articolo ai trentenni del Belpaese). «[...] ha vinto un’importante scommessa: riscattare la Sicilia dalla sua marginalità nel panorama espositivo dell’arte contemporanea e fare della sua città, Siracusa, antica gemma della Magna Grecia, la sede e la protagonista di progetti internazionali. Dopo studi letterari a Bologna, una collaborazione di alcuni anni con la rivista Tema celeste (che è stato per Lacagnina il vero ponte di passaggio verso l’arte contemporanea) e alcune prime esperienze curatoriali, dal 2001 è direttore artistico della Galleria Civica d’arte contemporanea di Siracusa. Nell’antico ex-convento di Montevergini, sede della Galleria, ha dato vita a un originale programma espositivo che ha coinvolto importanti artisti internazionali. Dal 2004 è anche responsabile del progetto Le Vie dell’Arte nel Parco delle Madonie, in territorio palermitano, e dal 2005 membro del Comitato Guida per l’Arte Contemporanea della Regione Sicilia e consulente dell’Unità Tecnica di Internazionalizzazione del Ministero Affari Esteri. [...] ”Considero come mio unico vero maestro Ezio Raimondi, il grande storico e teorico della letteratura, con cui ho studiato all’Università di Bologna. Mi sono avvicinato all’arte prima di tutto attraverso la parola, la scrittura letteraria... [...] Tra i giovani, quello che attualmente mi sembra più interessante è il polacco Piotr Uklanski. Mi piace molto anche un artista siciliano, molto giovane ma molto maturo e complesso: Pietro Roccasalva. Tra gli artisti già ”storicizzati’, mi vengono subito in mente Enzo Cucchi ed Ettore Sottsass [...] Cattelan è un artista molto ”italiano”: da un punto di vista internazionale appare depositario di tutta una memoria della cultura italiana [...] Esiste un’’italianità’, anche se non è certo un metro di giudizio positivo o negativo su un artista. Però, spesso può rivelarsi un fattore pericoloso, perché le condizioni di arretratezza e provincialismo di cui in molti settori soffre l’Italia tendono a incidere sulla formazione degli artisti [...]”» (Silvia Pegoraro, ”Il Messaggero” 5/4/2006).