6 aprile 2006
Tags : Quirico. Bernacchi
Bernacchi Quirico
• Nato a Pescia il 31 agosto 1914, morto a Pescia il 5 maggio 2006. Ciclista. « La prima maglia gliel’aveva fatta a mano una sorella: aveva tre tasche davanti e tre dietro, era di lana, ma se ci metteva la borraccia, la maglia toccava la ruota e s’infilava tra i raggi. Sei anni dopo, al Giro d’Italia 1937, se ne andò in fuga con Bizzi e Gotti, li batté allo sprint e indossò la maglia rosa. [...] Tre fratelli e cinque sorelle, lui il sesto. La passione per la bici l’aveva ereditata dal padre, che in bici partiva la mattina e tornava la sera, prima per la compravendita di bestiame, poi in un ufficio postale e come sensale. ”Ogni volta che passavo di categoria, vincevo”[...] 55 vittorie da dilettante, professionista nel Gs Parioli, tappa e maglia ad Acqui Terme, era lanciato: ”Sapevo fare il gregario, ma anche il furbo”. Invece: ”Giro di Campania 1938, a 30 km dall’arrivo c’era il rifornimento, e allora non si poteva prendere nulla prima né dopo, acchiappai il sacchetto del rifornimento, ma le strade erano velenose, e il sacchetto mi scappò dalle mani. Non volevo fermarmi, così riempii al volo la borraccia con l’acqua di una pozzanghera. Mi venne il tifo. Quaranta giorni di agonia, perché non esisteva cura, anzi, contagiai mia cognata, che abortì. Poi, miracolo, mi ripresi. Andai a Roma, nella compagnia atleti, con Bartali, Battesini e Cipriani. Ma la carriera era andata”. Bernacchi era coetaneo di Bartali, aveva corso con Di Paco e Guerra, e godeva nel raccontare di Girardengo: ”Capì che ero venuto fuori grezzo. Mi disse: ’Tu hai bisogno di seguire le mie regole. La prima: rigare diritto. La seconda: fare la vita del corridore’. E com’è la vita del corridore? Rispose: ’Rigare diritto’. Mise in ordine la mia vita: mangiare, bere, dormire, allenarsi. E appena poteva, mi offriva bistecche”» (Marco Pastonesi, ”La Gazzetta dello Sport” 6/4/2006).