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 2006  aprile 06 Giovedì calendario

Quei cuscinetti a sfera, un fascino nascosto. Corriere della Sera 6 aprile 2006. Il termine «moderno» non si riferisce a un fenomeno storico ma piuttosto a uno spirito in sintonia con la propria epoca

Quei cuscinetti a sfera, un fascino nascosto. Corriere della Sera 6 aprile 2006. Il termine «moderno» non si riferisce a un fenomeno storico ma piuttosto a uno spirito in sintonia con la propria epoca. Il MoMa, infatti, fu creato nel 1929 proprio con il proposito esplicito di incoraggiare e sviluppare lo studio delle arti moderne e la loro applicazione nell’industria manifatturiera e nella vita quotidiana. L’idea dei fondatori del museo, e in particolare del suo primo direttore, Alfred H. Barr jr, fu quella di un luogo che si occupasse di tutte le arti contemporanee. La collezione di oggetti di design iniziò nel 1934 e fino a oggi il Museo di arte moderna ha rappresentato il punto di riferimento con cui qualsiasi trattato sul design del ventesimo secolo si deve misurare, che si parli di una raccolta, una ricerca o una mostra. Le scelte mirate del MoMa hanno portato il design industriale moderno a far parte delle arti. Attualmente, la serie di oggetti provenienti dall’industria tessile è formata da quasi 4.000 pezzi e di questi il più antico è un campione di broccato di seta a doppio strato appartenente al diciassettesimo secolo. Ma la collezione spazia dagli elicotteri ai microchip. Come in ogni raccolta di questo tipo, circa il 10% degli oggetti esposti è costituito da sedie, ma non mancano elettrodomestici, automobili, attrezzature sportive e da ufficio, un’entrata del métro di Parigi, la parte anteriore di un aliante. Oppure una cannuccia. Il cuscinetto a sfera delle industrie S.K.F. è uno dei pezzi più importanti e anche una delle prime acquisizioni. Può essere visto come l’emblema dell’epoca delle macchine, quando i progettisti industriali e i consumatori svilupparono un nuovo interesse nello stile dei prodotti commerciali.Questo tipo di cuscinetto era strutturalmente superiore al precedente cuscinetto scorrevole, il quale sprecava energia nel riallineare gli alberi dei macchinari ogni volta che c’è un arresto della catena di montaggio nel processo produttivo. uno di quegli oggetti industriali da considerare opere d’arte proprio come lo sono le sculture astratte di Arp e Brancusi. Era questa la convinzione di Alfred H. Barr jr e Philip Johnson, organizzatori della rassegna «Arte delle macchine» del 1934, in cui vennero esposti tra l’altro propulsori, spirali, molle, provette di laboratorio, allestiti su piedistalli. Da un lato la purezza delle forme, dall’altro una perfezione matematica, meccanica e funzionale: l’estetica minimalista di quegli oggetti aspira al concetto di bellezza di Platone. Proprio questo principio e l’estetica «involontaria» dei componenti delle macchine e dei prodotti industriali hanno continuato a ispirare le acquisizioni del museo. Tuttavia la nozione di ciò che si può considerare «bello» è in continua evoluzione. Molte delle acquisizioni più recenti promuovono l’idea che la bellezza abbia molti aspetti, invece di riconoscerla in un unico ideale della forma. Paola Antonelli