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 2006  aprile 05 Mercoledì calendario

Il banchiere: "Non ero il regista". Il Sole 24 Ore 5 aprile 2006. "Se poi il Presidente è colpevole di tutto è un dramma, perché il Presidente che cos’è? un signore che è chiuso in una stanza e che si alza soltanto per andare a presiedere i vari organi previsti dallo statuto"

Il banchiere: "Non ero il regista". Il Sole 24 Ore 5 aprile 2006. "Se poi il Presidente è colpevole di tutto è un dramma, perché il Presidente che cos’è? un signore che è chiuso in una stanza e che si alza soltanto per andare a presiedere i vari organi previsti dallo statuto". di questo tenore un passaggio conclusivo delle dichiarazioni, messe a disposizione dal consiglio di amministrazione di Capitalia all’assemblea degli azionisti, che Cesare Geronzi ha reso il 25 febbraio davanti al Gip di Parma Pietro Rogato nell’ambito dell’inchiesta Parmalat. In realtà più che di un interrogatorio di garanzia, con domande e risposte su fatti specifici, la difesa del presidente di Capitalia, sottoposto a misura di interdizione temporanea per un periodo di 60 giorni (il provvedimento scadrà il 21 aprile ed è stato nel frattempo confermato dal tribunale di Bologna), ha scelto di non entrare nel dettaglio delle contestazioni. Troppo ampio il materiale da esaminare, troppo estesa la documentazione da chiedere, troppo numerose le consulenze e le perizie da effettuare. Ci sarà tempo più avanti, in altre sedi, per analizzare punto per punto le accuse della Procura. Geronzi ha invece svolto una lunga dichiarazione, nella quale, in sostanza, ha voluto ricostruire il suo ruolo all’interno di un gruppo creditizio delle dimensioni di Capitalia. Quanto ai rapporti con Calisto Tanzi è prima netto e poi quasi nostalgico: "Io Tanzi l’ho stimato, non so se Tanzi ha tradito, oltre che la fiducia dei risparmiatori, la fiducia degli imprenditori, la fiducia dei fornitori, ma certamente ha tradito la fiducia della banca. Un uomo che io ho apprezzato enormemente". Tanto è vero che quando "l’ho chiamato e l’ho pregato di entrare nel consiglio d’amministrazione del nostro gruppo lui era nel consiglio d’amministrazione della Banca Commerciale Italiana". Una credenziale importante per un Geronzi che ricorda come quando faceva "i compiti di contabilità generale all’Università due entità venivano riferite sempre nelle esercitazioni: Le Assicurazioni Generali e la Comit". E quanto ai possibili rapporti negoziali con il patron di Parmalat, Geronzi minimizza e sottolinea che come presidente, il suo compito è anche quello di incontrare imprenditori per ascoltarne le strategie, per riceverne richieste di consigli, a volte per discutere sull’andamento dei mercati. E poi l’autorappresentazione di Geronzi prosegue negando di avere all’interno del gruppo compiti operativi: il presidente di Capitalia ricorda al Gip che il suo compito è quello di occuparsi di strategie, ma la strategia poi "ha un secondo piano che è la sua realizzazione. Realizzazione che molto spesso non avviene". Insomma, "non riesco a vedermi in questa figura di grande regista di tutto ciò che succede all’interno di un gruppo di tante banche". Tanto più se si tiene presente la molteplicità di controlli che, in un’organizzazione complessa, scattano anche in maniera automatica e coinvolgono "centinaia di persone". Che sarebbe impensabile possano essere tutte assoggettate da sudditanza psicologica e opertiva anche da una persona "mefistofelicamente dotata di poteri superiori". Sui bond Parmalat Geronzi puntualizza che Capitalia ha partecipato molto marginalmente al collocamento, nell’ordine di 8 milioni a fronte degli 8 miliardi. E poi l’istituto ha rimborsato tutti i risparmiatori sia per i titoli Parmalat, sia per quelli Cirio sia per quelli Giacomelli "non importava se li avessero acquistati presso i nostri sportelli: interessava soltanto sapere se avessero depositato questi titoli presso di noi". Le risposte al Gip/1 I punti salienti del verbale di Geronzi Scusate le parole. "Mi dolgo se qualcuno ha male interpretato la mia espressione, l’espressione dell’indignazione, ma era un moto dell’animo che non aveva nulla a che vedere con intenti offensivi". Non sono il regista. "Mi consenta signor giudice, io non riesco a vedermi in questa figura di grande regista di tutto ciò che succede all’interno di un gruppo di tante banche, di tante persone, di tanti organismi che per la loro complessità non possono non intervenire per qualsiasi decisione essa sia". (...) "Non si può immaginare che in un contesto dove l’organizzazione prevede vincoli, ma prevede anche reticoli di controllo che scattano automaticamente, ci possa essere una persona, quand’anche fosse mefistofelicamente dotata di poteri superiori, possa assumere una decisione o determinarla, soprattutto determinarla in un arco di tempo nel corso del quale probabilmente si sono succedute nelle varie funzioni centinaia di persone e quindi questa figura". Non partecipo a negoziati. "Io sono una persona che governa Consigli di amministrazione, comitati esecutivi. Io non partecipo a negoziati. Io non partecipo a rapporti di lavoro. Non partecipo a contesti esecutivi". Le risposte al Gip/2 I punti salienti del verbale di Geronzi Il presidente in una stanza. "Se poi il presidente è colpevole di tutto è un dramma, perché il presidente cos’è? un signore che è chiuso in una stanza e che si alza soltanto per andare a presiedere i vari organi previsti dallo statuto". Non comando. "Io non sono una persona che alza il sopracciglio e ordina. Io non sono una persona che comanda. Stimavo Tanzi. "Io Tanzi l’ho stimato. Non so se Tanzi ha tradito, oltre che la fiducia dei risparmiatori, la fiducia degli imprenditori, la fiducia dei fornitori, ma certamente ha tradito la fiducia della banca. Un uomo che io ho apprezzato enormemente". (...) "Un uomo che veniva rappresentato nel resto del mondo come il costruttore di un modello di impresa moderna. Ecco, questo era il Tanzi che io conoscevo". Incontro tanti imprenditori. "Se poi si vuol dire che io ho negoziato con il Tanzi bisogna scorrere un po’ qual è la funzione del presidente. Io incontro tanti imprenditori, è il solo mio compito. Ma gli imprenditori io li incontro per ascoltarne le strategie; per ascoltare le richieste di consigli; a volte per discutere sull’andamento dei mercati; quali sono i processi di evoluzione di questo o quel mercato; l’andamento dei tassi. (...) Questi sono i compiti del presidente". Giovanni Negri