Varie, 5 aprile 2006
MOLINARI
MOLINARI Edoardo Torino 11 febbraio 1981. Giocatore di golf. Nel 2009 ha vinto in coppia col fratello Francesco la World Cup • «[...] laurea in ingegneria gestionale, famiglia di appassionati alle spalle, da papà Paolo, dentista, a mamma Micaela, per finire al fratello Francesco [...] professionista nel tour europeo [...] Edoardo (’Dodo” per il mondo del golf) è il terzo italiano che si affaccia sul palcoscenico del Master. Prima di lui solo Roberto Bernardini (anni Sessanta) e Costantino Rocca (anni Novanta) erano riusciti nell’impresa. Ma quello che rende incredibile l’exploit di Molinari è che il ragazzo al Masters ci va da ”amateur”, ossia da dilettante. Per capirci: le austere regole del golf dividono i 61 milioni di giocatori al mondo in due grandi categorie. Quelli che sui green si guadagnano da vivere (i professionisti) – sia con l’insegnamento, sia con la partecipazione ai ricchi tornei nazionali e internazionali – e quelli che in buca ci vanno solo per divertimento e che mai, pena la squalifica, potrebbero intascare premi dal valore commerciale superiore a 700 euro. Molinari appartiene, come la stragrande maggioranza dei golfisti, a questa seconda categoria. Il diritto di misurarsi con i più forti giocatori del mondo se l’è conquistato [...] vincendo l’U.S. Amateur Championship. Nessun italiano ci era mai riuscito (solo Silvia Cavalleri [...] tra le donne) ed era dal 1913 che l’impresa sfuggiva ai golfisti europei. Oltre a una bella fetta di gloria, Molinari si è assicurato il diritto di giocare adesso il Masters e [...] l’Us Open, due dei quattro tornei del Grande Slam, la serie A del golf. Un altro torneo dei majors, il British Open, Molinari lo ha già giocato nel 2005 a St. Andrews, in Scozia, santuario mondiale del golf. Lì ci era arrivato dopo aver sbaragliato la concorrenza. riuscito a passare il ”taglio” (dopo due dei quattro giorni di gara, il regolamento dei tornei internazionali prevede che metà dei giocatori, quelli con i risultati meno brillanti, facciano le valigie e tornino a casa, lasciando il campo solo ai migliori) e a chiudere al 60° posto, che come esordio non è male. Tanto più che gli organizzatori britannici, colpiti dalla classe di questo ragazzo, lo hanno [...] invitato anche per l’edizione 2006 [...]» (Marco Dal Fior, ”Corriere della Sera” 4/5/2006).