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 2006  aprile 05 Mercoledì calendario

Dagge Eckhard

• Nato a Kiel (Germania) il 27 febbraio 1948, morto ad Amburgo (Germania) il 3 aprile 2006. Pugile. «Il destino ha voluto che se ne andasse a pochi metri dal ”Ritze”, il palazzetto dello sport del quartiere a luci rosse di Amburgo dove mosse i primi passi: da pro’, esordisce nel 1973. Dotato di un notevole allungo e di mani piuttosto pesanti, Dagge rimane imbattuto per 13 incontri, prima di perdere con lo spagnolo José Duran nel 1974, Europeo dei superwelter. Scottato dallo stop, vola due mesi negli States per sottoporsi alle cure di Eddie Futch, già allenatore di Frazier e Norton. Meno di un anno dopo, si prende una sonora rivincita su Duran, battuto per k.o. Ormai è la star delle riunioni di Berlino, diventata la sua casa agonistica, anche se deve cedere il titolo europeo a Vito Antuofermo il 16 gennaio 1976. Una sconfitta ai punti che non ne ferma comunque l’ascesa, tanto che sette mesi dopo, ovviamente a Berlino, sfrutta a dovere la chance iridata della Wbc contro il bahamense Elisha Obed, costretto all’abbandono: 46 anni dopo Max Schmeling, la Germania ha un altro campione del Mondo. E Dagge commenta così: ”Schmeling ha preso il suo titolo per terra (lo ottenne per squalifica, ndr), io l’ho conquistato in piedi”. Batte Emile Griffith ormai in fase calante e poi pareggia con Maurice Hope. Il 6 agosto 1977,sempre a Berlino, lo attende una sfida considerata abbordabile contro un italiano d’Australia adottato da Milano nei venerdì del Palalido, Rocky Mattioli. I minuti che precedono il match sono carichi di tensione, soprattutto quando Davis, manager americano di Dagge, si ferma a parlare a lungo con il connazionale Steele, arbitro dell’incontro. Zeller, l’organizzatore, ha già prenotato il più grande night della città per la festa, ma sul ring il guerriero di Ripa Teatina compie il capolavoro della carriera, passando sempre sotto il diretto sinistro del rivale e non lasciandogli tregua con serie tremende a due mani. Un dominio che si completa nel 5° round, quando Mattioli chiude i conti con un gancio destro al mento che serve a rilanciare la boxe italiana e in pratica chiude la carriera ad alto livello del tedesco, portato fuori a braccia dai secondi. Dagge si ritira nell’81 con un record di 26 vittorie (17 ko), 5 sconfitte e un pari. Diventa allenatore per la Universum, è lui a plasmare Darius Michalczewski prima di essere allontanato nel 1994 per quel maledetto amore per la bottiglia. Una passione mortale» (Riccardo Crivelli, ”La Gazzetta dello Sport” 5/4/2006).