Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  aprile 03 Lunedì calendario

BARILLI Renato

BARILLI Renato Bologna 18 agosto 1935. Critico d’arte. Docente di Fenomenologia degli stili all’Università di Bologna. È autore di numerosi volumi di estetica, fra cui: Corso di estetica (il Mulino 1989, 1995) e Corso di retorica (Mondadori 1995); di critica letteraria, fra cui studi su Pascoli, Pirandello, Svevo, D’Annunzio, la neoavanguardia; e di critica d’arte. Scrive sull’Unità • «[...] si forma con Anceschi negli anni Cinquanta intorno alla rivista “Il Verri” dando vita a battaglie culturali per l’affermazione di un’arte e di una letteratura d’avanguardia e impegnate. Ciò si traduce in un sostegno per l’arte Informale, la body-art e l’arte tecnologica e, per quanto riguarda la letteratura, in un apprezzamento del Nouveau Roman, con il cui capofila, Alain Robbe-Grillet, intrattiene un lungo sodalizio intellettuale. In Italia il sostegno di Barilli va alla Neoavanguardia di cui è partecipe, cioè alle sperimentazioni linguistiche e visuali dei vari Sanguineti, Balestrini e del Gruppo 63. C’è anche Umberto Eco, in quegli anni, a combattere queste “rivoluzionarie” battaglie culturali che, per quanto rivoluzionarie, sono premiate dalla politica accademica, visto che entrambi diventano cattedratici a Bologna. Da qui promuovono lo sviluppo del Dams, un corso di laurea figlio di quella stagione. Il Dams intuisce infatti che siamo nell’età delle comunicazioni e della spettacolarizzazione delle merci, ma pare non preoccuparsi del fatto che ciò non può trasformarsi in una professione per gli studenti. Tanto che lo stesso Barilli [...] parla di “impallidimento della stella del Dams”. Pure la Neoavanguardia, dopo la stagione rovente, anche sul piano sociale, degli anni Settanta perde forza, nonostante alcuni tentativi di rilancio negli anni Novanta. E a quel punto si allentano anche i sodalizi bolognesi: c’è chi diventa scrittore borghese post-modern (come Eco con Il nome della rosa) e chi si rifugia negli studi storici, come Barilli, che prende a rivolgersi “persino” a Giovanni Pascoli, nonché a Kafka. Sono gli anni in cui maturano i suoi grandi studi letterari [...]» (Pierluigi Panza, “Corriere della Sera” 2/12/2010).