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 2006  aprile 03 Lunedì calendario

ONOFRI

ONOFRI Paolo Bolzano 19 maggio 1959. Il padre del piccolo Tommaso, assassinato (a 18 mesi) il 18 marzo 2006. Per settimane, quando si pensava che il bambino fosse ancora vivo in mano ai rapitori, fu forse il principale sospettato (soprattutto dopo che gli trovarono nel computer alcune foto pedofile). In coma dall’11 agosto 2008, quando fu colpito da infarto • «[...] Sul nome di Onofri da tre settimane è come si ci fosse sempre stato un asterisco, una nota a piè di pagina che elencava i suoi peccati di uomo imperfetto. La polizia, i magistrati, noi giornalisti lo abbiamo sommerso di sospetti. Per via di quelle foto, dei suoi silenzi che significavano soltanto che non sapeva darsi una spiegazione, che qualunque suo peccato era niente in confronto a un figlio malato che ti viene portato via davanti agli occhi. Aveva capito, e aveva anche perdonato. [...] ”Una domenica di novembre cominciò a piovermi in casa, e non sapevo dove sbattere la testa. Chiamai Alessi, anzi, Mario, perché ormai eravamo passati al tu. Gli chiesi cosa potevo fare, non pretendevo certo che venisse. Lui mise giù il telefono e dopo mezz’ora era in solaio che rattoppava i buchi del soffitto. Fu un gesto che mi colpì molto, pensai addirittura che era una bella persona, questo bastardo”. Onofri aveva capito che Alessi c’entrava. Ne era sicuro, era due settimane che lo ripeteva. Da quando lo aveva visto intervistato a Matrix. ”A un certo punto ha detto questa frase: ”Io ho una faccia sola, speriamo che altri non ne abbiano due’. Mi si è raggelato il sangue, sai quando all’improvviso ti illumini? Questo sta lanciando un messaggio, mi sono detto, ma allora è stato davvero lui”. Il padre di Tommaso l’aveva capito prima di tutti [...] stavamo ancora lì a gingillarci con il riciclaggio, con i bollettini dei detenuti, con tutte queste briciole raccolte dal silenzio di investigatori che giravano impotenti come falene attorno ad una lampada. L’appestato, il pedofilo, ”l’uomo intorno a cui ruota tutta l’indagine” [...] l’unico padre al mondo a cui hanno portato via un figlio e deve attaccarsi al Televideo per avere notizie fresche, perché lui è ”oggetto di indagini”. Passava le sue notti in macchina, nel parcheggio di Martorano, per non disturbare sua moglie con le sigarette, per non farle sentire la sua testa che ronzava. [...]» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 2/4/2006). «Nell’estate del 1978 il chierichetto di Massa Tiscaglia che leggeva le sacre scritture in chiesa sostituì il postino del paese per le ferie estive. Fece carriera, si sposò e si risposò, ebbe figli, costruì se stesso come un uomo forte, un burbero di poche parole che ama andare per boschi a fare legna, da solo. [...] Con Onofri, i magistrati hanno usato i toni duri. Una aggressività che nasce soltanto dalla necessità di capire, e di farlo in fretta. I libretti bancari, le sue attività economiche, le sue conoscenze, un interrogatorio estenuante. Si sono lasciati male. Gli investigatori continuano a pensare che Onofri abbia remore nel raccontare alcune circostanze della sua attività lavorativa. Lui si è accorto del clima che lo circonda. Non era difficile. [...] Paolo Onofri ha il carattere di suo padre, dicono a Massa Tiscaglia, dov’è nato, tremila abitanti a trenta chilometri da Ferrara. Gente religiosa e riservata. [...]» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 9/3/2006).