Panorama 06/04/2006, pag.61 Bruno Vespa, 6 aprile 2006
Auguri (a tutti) per il 3 aprile. Panorama 6 aprile 2006. Il personaggio è poco conosciuto, ma occupa una posizione strategica
Auguri (a tutti) per il 3 aprile. Panorama 6 aprile 2006. Il personaggio è poco conosciuto, ma occupa una posizione strategica. Vive in Italia da molti anni, non è cittadino italiano, non voterà il 9 aprile. Fa un lavoro molto lontano dalla politica, però alla fine di una conversazione dedicata a tutt’altro mi ha salutato con un: «Auguri per il 3 aprile». Sul momento non ho capito: che accade il 3 aprile? Un istante dopo ho realizzato: l’ultimo confronto televisivo tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi. «Grazie» ho risposto «ma farò soltanto il regolatore degli scambi ferroviari, come ha già ben fatto Clemente Mimun. I treni li faranno marciare altri». Certo, occorrerà stare con gli occhi aperti. «Grazie, presidente Berlusconi. Il professor Prodi ha 20 secondi in più...». Ma non si va oltre. Mi dicono che qualche diavoletto padano e qualche elefantino geniale avrebbero suggerito al Cavaliere di non rispettare il segnale rosso e di andare a scontrarsi con l’altro treno. Mi dicono anche che il Cavaliere avrebbe risposto: grazie del consiglio, ma non si può. Saggia decisione: perché perdere virtualmente a tavolino la partita deludendo anche una parte del proprio pubblico? I tifosi dei due schieramenti amano i confronti e Berlusconi ha sbagliato a sottrarvisi per tre anni. Ma ormai conta soltanto la credibilità delle promesse dei due candidati (e delle accuse reciproche) per interessare ed eventualmente convincere il ridotto, ma ancora massiccio, zoccolo duro degli incerti. Per elementari ragioni di correttezza, non potrei mai azzardare una previsione sul confronto del 3 aprile. Tuttavia il compito mi riesce particolarmente facile perché essa è realmente impossibile. A cominciare dal pubblico. Il primo confronto fu seguito da un numero enorme di telespettatori: 16 milioni con uno share del 52 per cento. E il secondo? Esistono buone ragioni per sostenere che il pubblico crescerà e diminuirà. In favore della prima ipotesi gioca l’imminenza del voto: per entrambi i candidati l’ultimo confronto rappresenta la Grande occasione. In favore della seconda gioca il fatto che si tratta di una replica: qualcuno ha trovato il primo confronto noioso e può avere la tentazione di trascorrere diversamente la serata. Il lunedì, peraltro, è il giorno classico in cui si sta a casa, dunque non sappiamo quanta gente accenderà Raiuno, ma non sarà poca. la prima volta che confronti singoli avvengono sulle reti Rai. Nel 1994 e nel 1996 una curiosa interpretazione delle norme da parte della commissione di Vigilanza lasciò a Enrico Mentana su Canale 5 la gestione della partita: Berlusconi-Occhetto e Berlusconi-Prodi. Il Cavaliere e il Professore si incontrarono in un confronto a squadre da Lucia Annunziata su Raitre e vinse Giovanna Melandri, che con un colpo a sorpresa infilzò Pier Ferdinando Casini sulla riforma sanitaria proposta dal Polo. A Porta a portala partita si giocò con tre squadre in campo: Berlusconi e Fini, D’Alema e Dini (allora presidente del Consiglio) e in mezzo Umberto Bossi, che correva da solo. Tra me e Bossi ci fu una estenuante trattativa sulla collocazione della sua poltrona: doveva essere sistemata lontana da quella del Polo perché la Lega aveva causato la crisi di governo, ma non troppo a sinistra perché aveva una posizione formalmente autonoma. Bossi si trascinava la poltrona al centro e io cercavo di spiegargli che non poteva sedere al mio posto. Alla fine trovammo un ragionevole compromesso: da allora per i tecnici di studio di Porta a porta quella resta la «posizione Bossi». Il capo della Lega fu il vero vincitore della serata: lo slogan «Roma Polo, Roma Ulivo» gli fruttò il 10 per cento dei voti. Nel 2001 Berlusconi rifiutò il confronto con Francesco Rutelli. Sorteggiammo chi dei due dovesse avere l’ultima puntata utile di Porta a portae vinse il Cavaliere. Rutelli propose una forte riforma fiscale in favore delle famiglie, Berlusconi firmò il «contratto con gli italiani ». Chiedemmo di andare in entrambe le occasioni in prima serata, ma il presidente della Rai, Roberto Zaccaria, si oppose. Ci fu un ottimo ascolto, ma niente di comparabile a quello del primo confronto di quest’anno tra Berlusconi e Prodi. E il secondo? «Auguri per il 3 aprile» mi disse a sorpresa l’influente personaggio. Bruno Vespa