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 2006  aprile 07 Venerdì calendario

Il circo della comicità chiude i battenti. Dopo l’ennesima stagione di successi il tendone della comicità verrà smontato per far posto (molto probabilmente) ad una nuova creatura

Il circo della comicità chiude i battenti. Dopo l’ennesima stagione di successi il tendone della comicità verrà smontato per far posto (molto probabilmente) ad una nuova creatura. Zelig ed i suoi ”animali da risata” non spariranno per sempre, proseguirà infatti Zelig Off, l’officina della comicità e gli spettacoli in viale Monza sede storica del locale di cabaret. Sparirà sicuramente la connotazione Circus ma il gruppo di comici torneranno in tv nella prossima stagione. In occasione dell’ultima puntata di Zelig Circus abbiamo contattato Franco Neri che dopo la notorietà ottenuta con il varietà ha conquistato il bancone di Striscia e sta per sbarcare al cinema. Striscia la notizia, Zelig Circus e ora il cinema, una stagione straordinaria? «Si, sono felice, negli ultimi mesi sono arrivate tante cose insieme. Ho avuto difficoltà a scegliere cosa fare». Sei un vero comico con la valigia. Come sei partito e come sei arrivato fin qui? «Come tutti i cabarettisti ho fatto molta gavetta con le imitazioni, poi sono passato ai festival dove sono stato notato e contattato per Zelig. Al momento però non mi sento arrivato, c’è ancora una strada aperta e chissà...» Hai particolari ricordi di questi anni a Zelig Circus? «La prima volta... non si scorda mai. Ho esordito in occasione della centesima puntata della trasmissione. Ero molto emizionato, mi esibivo di fronte ad un grande pubblico in studio e ad una platea televisiva enorme.» Si chiude un’altra stagione per te sarà un addio o un arrivederci? «E’ un arrivederci, per me Zelig è stato un trampolino di lancio, solo grazie al successo ottenuto qui sono arrivato a Striscia la notizia e al cinema». I cabarettisti tornano al cinema come negli anni d’oro della commedia all’italiana... «Fare cinema per un comico è sempre una sfida. Non si possono portare in pellicola le stesse cose che si fanno in tv. Per prima cosa ci deve essere una buona storia e poi il pubblico deve divertirsi senza ricorrere ai soliti tormentoni o a battute volgari». Nel tuo currriculum c’è una comparsata in Al bar dello sport con Banfi, il cinema era uno dei tuoi obiettivi? «Quella particina fu un regalo per me, all’epoca avevo 18 anni. Il cinema lo sogno ancora, è il massimo per un artista. Un film è un qualcosa che resta, un prodotto sott’olio come le melanzane calabresi». Cosa racconti in ”Sono tornato al nord”? «La storia di un calabrese che viene invitato dallo zio per lavorare a Torino, quello che trova in realtà è un posto precario che però gli aprirà altre strade. E’ una commedia leggera, un film divertente senza molte pretese, non voglio vincere nessun premio, voglio solo far divertire il pubblico». Il protagonista è il Franco che abbiamo conosciuto in tv? «E’ un personaggio diverso, non è una macchietta». C’è qualcosa di autobiografico? «Soggetto e sceneggiatura le ho scritte con il regista, ma non c’è nulla di autobiografico. E’ una storia che può capitare a chiunque». Un pizzico di peperoncino? «Non dico nient’altro, lo vedrete al cinema il 7 aprile».