Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  aprile 07 Venerdì calendario

Forse è sbagliato parlare per Baudo di una seconda giovinezza, perché il Pippo nazionale, in realtà, artisticamente non è mai invecchiato

Forse è sbagliato parlare per Baudo di una seconda giovinezza, perché il Pippo nazionale, in realtà, artisticamente non è mai invecchiato. Eppure, alla soglia dei settant’anni (li compirà a giugno), quest’uomo ha ancora la voglia di ”fare” la tv. E di farla bene. Quest’anno ha preso in cura un malato che si chiamava Domenica In e lo ha fatto resuscitare con ascolti da capogiro, battendo in maniera sistematica la concorrenza di Serie A - Il grande calcio. Un modo per dire che la gente preferisce ascoltare i racconti di Pippo piuttosto che vedere le acrobazie su un campo di calcio di Shevchenko, Del Piero e Totti. Un risultato frutto della profesionalità di Pippo e dei suoi autori, che nel corso delle varie puntate hanno ospitato personaggi del calibro di Fiorello, Robin Williams, Roberto Benigni, Jon Voight e Jane Fonda, solo per citarne alcuni. Il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, imbeccato sulla possibilità di affidargli la prossima edizione del Festival di Sanremo ha detto: «Baudo sa fare scouting e sa andare dietro alle tendenze del tempo. Basta vedere quello che ha saputo fare quest’anno con Domenica in, contro un programma come Serie A, che doveva essere il massimo dell’innovazione. Vuol dire che Baudo sa prendere il pubblico a tutti i livelli. è un artista che sa essere giovane anche a 70 anni». Una carriera, la sua, che ha inizio oltre quarant’anni fa. Ripercorriamola. è il 1960 quando, con Guida degli emigranti e Primo piano, pronuncia le prime parole per il piccolo schermo. Ma il vero (grande) successo arriva nel 1966 con Settevoci, al quale, quattro anni dopo, seguirà La freccia d’oro eppoi Canzonissima (1972/73 e 1973/74), Senza rete (1974), Spaccaquindici (1975). La «prima volta» a Domenica In è datata 1979. Sostituisce Corrado e va così bene che rimane al timone del programma fino al 1984/85, salvo poi riprenderlo nuovamente nel 1991. I critici indicano il biennio 1984-86 come il suo momento d’oro: presenta Fantastico 5, Serata d’onore e il Festival di Sanremo; ma al termine della settima edizione di Fantastico, in seguito ad una polemica con l’allora presidente della Rai Enrico Manca, decide di passare a Canale 5 («Cinquanta miliardi di lire per cinque anni. Irripetibile», ricorda). Il ruolo è quello di direttore artistico di tutte le reti, ma andò male perché «mi si scatenarono tutti contro: Costanzo, Corrado, soprattutto Antonio Ricci, che mi massacrò da Drive in. Anche Bongiorno, ma fu il più gentile». In Fininvest conduce solo Festival e Tu come noi e rescinde il contratto: «Berlusconi non voleva. Alla fine lo convinsi. Restituii tutto, fu un disastro economico, non avevo i soldi e cedetti una mia palazzina a Roma. Ci mandarono il Tg5. Mentana la chiamava ”palazzina Baudo”». Dopo circa un anno di assenza dai teleschermi, nel 1989 torna su Raidue con Serate d’onore, poi è su Raitre con Uno su cento e (finalmente) nel 1990 il grande rientro su Raiuno, prima con Gran premio e poi Varietà, Domenica In e, dal 1992, il Festival di Sanremo, di cui aveva già presentato le edizioni 1968, 1984, 1985, 1987. Già, Sanremo. Pippo di edizioni ne ha condotte ben undici. Al pari di Mike Bongiorno, che però ”rischia” di superare il prossimo anno, visto che sono in molti a caldeggiarne la candidatura alla conduzione, come accennato prima. Tra i suoi ricordi del passato, un invito di Mina: «Fu lei a incoronarmi chiamandomi a Teatro 10 con Bongiorno, Corrado e Tortora. Enzo, terribile, mi sussurrò: ”Sei alto, mettiti in punta di piedi dietro a Mike, così lo fai sembrare ancora più basso...”. Quella fu forse la giornata più bella della mia vita. Arrivare a via Teulada da divo invitato da Mina». Era la fine degli anni Sessanta. Da allora Pippo non è cambiato poi molto. è sempre una star televisiva, ma non non è lontana e inafferrabile come quelle cinematografiche, bensì vicina e a portata di mano e questo la gente lo sente. E lo ripaga premiandolo con gli ascolti.