Michele Serra la Repubblica, 30/01/2002, 30 gennaio 2002
Le parole del Papa e noi, la Repubblica, mercoledì 30 gennaio 2002 Ogni volta che si riaccendono polemiche su divorzio, aborto, etica sessuale e procreativa, trovo esagerato e fuori luogo il risentimento dei laici
Le parole del Papa e noi, la Repubblica, mercoledì 30 gennaio 2002 Ogni volta che si riaccendono polemiche su divorzio, aborto, etica sessuale e procreativa, trovo esagerato e fuori luogo il risentimento dei laici. Le parole del Papa riguardano i cattolici. Sono a loro beneficio e - nel caso - sono un loro problema. Un libero Stato non dovrebbe sentirsi minimamente chiamato in causa dai pronunciamenti di una libera Chiesa, e così i cittadini non credenti (o anche i tanti che sono credenti, ma non confessionali) per i quali le opinioni del Papa hanno un evidente interesse culturale, ma zero riflessi sulla vita privata, la morale, i comportamenti. Tanta suscettibilità (ieri i quotidiani erano strapieni di Papa e divorzio) rivela, temo, un profilo etico ancora molto fragile, e insicuro, da parte degli italiani che vivono fuori dalla Chiesa. Come se avessero da opporre, all’etica della Chiesa, solo una non-etica. Come se le ragioni pro-divorzio (che sono profondamente etiche: l’amore può essere solo una scelta, mai un obbligo) impallidissero di fronte ai crucifige. Il giorno che un pronunciamento del Papa passerà quasi inosservato fuori dalla Chiesa, finalmente non saremo più un paese clericale. Michele Serra