Il Giornale 5/3/2006, Stefano Lorenzetto, 5 marzo 2006
CORPO. Il Giornale 5 marzo 2006. Michelle Hunziker: «Il mio seno s’è visto solo nelle foto rubate col teleobiettivo
CORPO. Il Giornale 5 marzo 2006. Michelle Hunziker: «Il mio seno s’è visto solo nelle foto rubate col teleobiettivo. Ero in vacanza, incinta di sei mesi. Pensavo che le bretelle bianche lasciate dal costume sulla pelle fossero antiestetiche, così mi scoprii. Ho capito che non lo devo più fare, Oggi non me ne frega niente dell’abbronzatura integrale. Purtroppo quelle immagini ancora circolano. Chi è iscritto all’Enpals non può manco far causa. Se ti versano i contributi all’Ente di previdenza dei lavoratori dello spettacolo perdi il diritto alla privacy» La foto che hanno scattato Andreas Biltesnich per Gq e Godly Conrad per Capital, benché tutte a seno coperto, non erano da educanda. «Il seno ha un valore che va oltre il significato erotico-sessuale. Il seno è la mamma. stato dato alla donna per allattare. Una cosa intima fra la madre e il bambino. Non si presta agli amici e al pubblico. Deve restare in famiglia». Ma il confine del pudore dove passa? Dai capezzoli? Dal pube? Dal fondoschiena? «Dal seno scende a tutta la zona intima, diciamo». Un tempo le chiamavano vergogne. «Non le definirei così. Sono messe lì per una finalità bellissima: fare un bambino. La creazione». Parla come papa Ratzinger. «Ma dài! Però, insomma, i genitali sono...» Sono? «Porcaccia la miseria, io quand’ero incinta mi facevo dei film, mi dicevo: pensa te che meraviglia, questa creatura cresce dentro la tua pancia. E meditavo sull’etimologia della parola madre, che deriva dal latino mater, materia. La donna che dà materia allo spirito. L’utero che dà corpo all’anima». Resterebbe da scoprire il didietro. «M’è toccato mostrarlo da giovanissima, quando fui selezionata per la pubblicità degli slip Roberta. L’esperienza più umiliante della mia vita. Seicento ragazze con i jeans a mezz’asta davanti a un tizio dei provini che ti diceva: ”Fa’ vedere il culo. Visto. Ciao”. Ma quei soldi mi servivano per pagare l’affitto» . Stefano Lorenzetto