Fiamma Nirenstein, ཿPanorama 11/1/2001, 11 gennaio 2001
Ygal aveva deciso di essere un cittadino del mondo. «Le cose che sono cambiate nella vita di Ygal dall’inizio dell’Intifada delle Moschee riguardano il suo corpo e la sua anima
Ygal aveva deciso di essere un cittadino del mondo. «Le cose che sono cambiate nella vita di Ygal dall’inizio dell’Intifada delle Moschee riguardano il suo corpo e la sua anima. un israeliano sabra, nato a Gerusalemme, un cittadino sui 45 anni, con due figli di 15 e di 10 anni. Mettiamo che faccia il giornalista, o l’insegnante, e che abbia votato Ehud Barak: da sette anni, da quando l’accordo di Oslo è stato varato, ha cominciato a immaginare che i suoi figli, Gilad ed Einat (la femmina), non avrebbero dovuto fare il soldato per niente, o quasi pro forma. Preferisce fra tutti il poeta Yehuda Amichai che scriveva ”Voglio morire nel mio letto”. rimasto stupefatto quando i palestinesi hanno cominciato a dire che Ghilò è un insediamento: ancora gli sembra che scherzino, che non parlino della sua casa moderna in cima alla collina a dieci minuti dall’Hotel King David. è fiero che Israele produca il meglio dell’hi-tech nell’informatica; quando può va a cena a Tel Aviv perché i ristoranti sono più aggiornati. Il cinema, il teatro, le gite... Ora quasi tutto è fuorigioco. Ygal aveva deciso di essere un cittadino del mondo, non del Medio Oriente».