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 2002  luglio 10 Mercoledì calendario

Vendesi Dna, La Stampa, mercoledì 10 luglio 2002 New York. «Allora che cosa facciamo col cadavere di papà? Lo congeliamo per vendere il Dna, quando qualcuno deciderà di clonarlo o resuscitarlo?»

Vendesi Dna, La Stampa, mercoledì 10 luglio 2002 New York. «Allora che cosa facciamo col cadavere di papà? Lo congeliamo per vendere il Dna, quando qualcuno deciderà di clonarlo o resuscitarlo?». Non si tratta di una battuta di Woody Allen, non è il copione del film Il dormiglione. Per quanto macabra, questa discussione è avvenuta sul serio nella famiglia di Ted Williams. E siccome Williams è stato una leggenda del baseball, come Piola e Meazza erano un mito del calcio italiano negli anni Trenta, la litigata ha sconvolto l’America finendo sulle prime pagine di tutti i giornali. Williams è stato davvero un eroe nazionale. Era nato 83 anni fa e da giovane giocava con i Red Sox di Boston, che stanno agli Yankees di New York come il Grande Torino di Valentino Mazzola stava alla Juventus dei 26 scudetti. Era un campione inarrivabile, alla Joe DiMaggio o alla Mickey Mantle, è stato l’ultimo battitore capace di avere una percentuale di palle colpite di 0.400 a stagione (400 su mille), e tutto questo senza il trucco degli steroidi che oggi mettono in dubbio le magie di Sammy Sosa o Mark McGwire. Non solo, era un eroe nel vero senso della parola, perché quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale si tolse la divisa di giocatore e indossò quella di soldato, facendo il pilota per i marines. Aveva un’idea del servizio che non risparmiava neppure i campioni del baseball, e infatti tornò a combattere nel conflitto di Corea durante gli anni Cinquanta. Era un mito e la gente spendeva fortune per avere qualche straccio di ricordo. Una volta un tizio chiese al figlio di Williams se potesse avere una mazza firmata dal padre, e lui rispose così: «D’accordo. Venga in Florida dove lui vive, paghi 10 mila dollari e la mazza è sua». Il signore naturalmente prese l’aereo, e investì 10 mila dollari in quella che per lui era l’avventura della sua vita. Il problema ora è che proprio quel figlio, John Henry Williams di 33 anni, ha deciso di strizzare soldi pure dal cadavere del padre. Venerdì scorso, infatti, Ted è morto pacificamente all’età di 83 anni, nella sua casa delle Florida Keys che amava tanto. Mentre i tifosi lo stavano ancora piangendo, esaltando la sua moralità rispetto ai giocatori miliardari di oggi, che minacciano di cominciare un nuovo sciopero, John se n’è uscito con la sua idea brillante: congelare il corpo del padre per vendere il suo Dna a chi nel prossimo futuro volesse cercare di clonarlo. Sembra una follia, ma negli Stati Uniti questa pratica già esiste. Si chiama ”cryonics”, e consiste nel congelare il corpo di persone morte o morenti, per preservarle nella speranza che un giorno la scienza diventi capace di riportarle in vita. Nel 1998 James Halperin ci scrisse sopra pure un libro, intitolato Il primo immortale, che raccontava proprio la vicenda di un anziano signore malato di cuore, che si faceva ibernare alla fine degli anni Ottanta e veniva resuscitato a metà del secolo in corso. John Henry Williams ha rubato l’idea, e secondo la sorellastra Barbara Ferrell ha trafugato il corpo del padre da un’agenzia di pompe funebri della Florida, per trasferirlo nei laboratori della Alcor Life Extension Foundation di Scottsdale, in Arizona. Laggiù il cadavere di Ted sarebbe già stato congelato, in attesa di resuscitarlo o venderlo a pezzetti. Naturalmente è scoppiata una lite familiare che ha coinvolto tutta l’America, sconvolta davanti all’abuso di un tesoro nazionale. La disputa è già finita nelle mani dei legali, ma ieri Barbara ha tirato fuori la carta che forse la farà vincere. Infatti secondo il suo avvocato, John Heer, prima di morire Ted Williams aveva fatto testamento, indicando chiaramente la sua volontà per la cerimonia funebre: «Voleva essere cremato, e chiedeva di spargere le ceneri sulle isole Keys della Florida». Ora Barbara spera che la lettura del documento plachi l’avidità del fratello John e dia pace al riposo del padre senza chiedere il permesso al giudice. Paolo Mastrolilli