Maurizio Molinari La Stampa, 01/07/2002, 1 luglio 2002
Addio, mister Hula-Hoop, La Stampa, lunedì 1 luglio 2002 Da giovane vendeva macchine usate per riuscire a fabbricare fionde destinate a cacciatori di falchi ma alla fine diventò il demiurgo delle manie degli americani che hanno poi fatto il giro del mondo entrando nelle case di milioni di persone: dal Frisbee, al Hula-Hoop alla Superball
Addio, mister Hula-Hoop, La Stampa, lunedì 1 luglio 2002 Da giovane vendeva macchine usate per riuscire a fabbricare fionde destinate a cacciatori di falchi ma alla fine diventò il demiurgo delle manie degli americani che hanno poi fatto il giro del mondo entrando nelle case di milioni di persone: dal Frisbee, al Hula-Hoop alla Superball. Arthur Melin, detto Spud, ucciso dal morbo di Alzheimer a 77 anni a Newport Beach in California, ha sempre avuto la passione per le invenzioni nel sangue. Quando si laureò all’Università della California del Sud non aveva un dollaro in tasca e pur di inseguire le sue intuizioni accettò il compromesso di vendere macchine usate. ”Sport Motors” gli garantì nel 1948 il danaro sufficiente per provare a testare il mercato con le prime idee, confezionate assieme all’amico di sempre, Richard Knerr. Le pistole spara pillole furono un autentico fiasco, al pari di strambi pugnali, ma un’efficiente fionda pensata per incalliti cacciatori - venduta per posta grazie al ”Wall Street Journal” - si trasformò nel primo giocattolo di successo, al punto tale che il rumore che faceva colpendo il bersaglio diventò il nome della nuova ditta fondata dal tandem Melin-Knerr: la ”Wham-O”. Gli incassi andavano bene e la fortuna bussò alla porta assieme ad un ispettore edile, Walter Fred Morrison, che nel 1955 disse a Melin di essere rimasto incuriosito da quanto gli studenti dell’Università di Yale si divertissero a giocarellare con scatole di torte vuote. Da questa idea nacque il ”Pluto Platter” che, nel 1957, prese il nome di Fresbee, dal nome di un personaggio dei cartoon dell’epoca. «Non volevamo un giocattolo, pensavamo sarebbe diventato uno sport vero e proprio» confessò Melin nel 1998 fra il serio ed il faceto, dall’alto di cento milioni di esemplari venduti in oltre trenta anni di commercio a gonfie vele. Per reclamizzare i Fresbee, Melin e Knerr passarono personalmente da un campus all’altro degli Stati Uniti, scommettendo sugli studenti in un’epoca in cui si parlava molto di Ufo. I primi Fresbee non avevano neanche iniziato a volare - in aria e sul mercato - quando nel 1958 fu il turno di un giocattolaio australiano ad ispirare Arthur Melin, arrivando di propria iniziativa fino alle porte della fabbrica di San Gabriel, un sobborgo di Los Angeles. L’oggetto australiano era un cerchio di bamboo con cui giovani e non delle isole del Pacifico del Sud passavano il tempo sulle spiagge facendolo girare ed ondeggiare muovendo solamente i fianchi. «Quando vidi per la prima volta di cosa si trattava - ricorda la moglie Suzy, oggi 72enne - chiesi a mio marito se era matto, se pensava davvero che la gente si sarebbe mossa come le scimmie». Il primo americano che riuscì a far ondeggiare sui fianchi il cerchio di bamboo fu Richard Gillespie, un manager della ”Wham-O”, e molto presto la stessa signora Suzy si trovò a girare gli Stati Uniti per mostrare come era facile farlo. L’Hula-Hoop, come venne chiamato, diventò una mania ancor più dilagante del Fresbee e nei primi quattro mesi dal debutto nei negozi le vendite furono ben 25 milioni, continuando a lungo a tenere un ritmo da 20 mila acquisti al giorno. Non tutte le invenzioni ebbero tuttavia ugual sorte. L’idea di vendere rifugi atomici portatili e fai-da-te per 119 dollari in piena Guerra Fredda visse nei negozi solo qualche settimana, quella di importare dall’Africa uova di pesce depositate nel fango per poi far nascere pesci a volontà fallì clamorosamente ed obbligò Melin a rimborsare centinaia di migliaia di persone che, sulla fiducia, avevano sottoscritto ordini per un milione di dollari. L’ultimo vero successo arrivò nel 1965 con la Superball, una piccola palla di gomma capace di compiere balzi straordinari inventata dal chimico Norman Stingley. In sei mesi le vendite toccarono i sette milioni di esemplari. Fresbee, Hula-Hoop e Superball, fra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta, non ebbero difficoltà a superare i confini del Nordamerica, divenendo uno dei primi esempi di globalizzazione del divertimento. «In questi tre oggetti c’è la visione del mondo che aveva mio marito» dice la moglie Suzy. «Nessuna sensazione ha attraversato mai l’America come l’Hula-Hoop che resta il metro di giudizio ancora oggi per misurare mania e follie del divertimento» aggiunge Richard Johnson, autore di Manie americane. Orgoglioso delle invenzioni firmate ed in realtà con la brama di farne sempre di nuove, Melin, nel 1982, scelse di ritirarsi e la sua ”Wham-O” passò di mano: prima venne acquistata dal ”Kransco Group”, dalla Mattel, e quindi nel 1997 da un gruppo di privati. Sebbene in pensione, Melin fino alla fine non ha cessato di inventare: le ultime due novità in ordine di tempo sono state un filtro particolare per garantire la qualità dell’aria nelle macchine bloccate dagli ingorghi di traffico sulle strade della California ed una racchetta da tennis a doppia impugnatura, che però solamente lui ed una delle sue cinque figlie, sono riusciti ad adoperare durante una partita. Maurizio Molinari