la Repubblica, 10/07/2002, 10 luglio 2002
Punte secche: la Repubblica, mercoledì 10 luglio 2002 Di tutti i supporti di cui si parlava nell’ultimo lapsus, il ”supporto cartaceo” è nettamente il più fesso
Punte secche: la Repubblica, mercoledì 10 luglio 2002 Di tutti i supporti di cui si parlava nell’ultimo lapsus, il ”supporto cartaceo” è nettamente il più fesso. ’Cartaceo” non è mai stato un aggettivo molto frequentato. Produce un rumore non gradevole. Fruscia e scrocchia come la carta accartocciata. è un incrocio fra ”Carthago” e ”crostaceo”, due entità notoriamente periture. Per distinguere testi scritti e testi registrati su nastro magnetico, o in floppy disk o cd-rom, ecco nascere l’epopea del supporto: ”cartaceo”, ”magnetico”, ”informatico”. Come ci piacciono questi aggettivi sdruccioli: alla prima sillaba smettiamo di pensare ma abbiamo ancora due sillabe da dire... Se ”cartaceo” si oppone a ”magnetico” chiaramente ci perde: ”magnetico” è una parola magnetica, rende affascinante l’ago (magnetico), la bussola (magnetica), la lavagna, il campo a cui si può accompagnare. Quando ”cartaceo” si oppone a ”informatico”, anche ”informatico” la vince, sebbene siano finiti gli anni in cui la parola ”informatico” sembrava un passe-partout. Ma già da allora Silvio Ceccato opinava: «Uomo informato, mezzo salvato; uomo informatico, mezzo salvatico». E l’uomo cartaceo, professore? Peccato non poter conoscere la risposta. Stefano Bartezzaghi