Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  luglio 10 Mercoledì calendario

Il fattaccio che è capitato al supermarket di via Zara, La Stampa, mercoledì 10 luglio 2002 Milano

Il fattaccio che è capitato al supermarket di via Zara, La Stampa, mercoledì 10 luglio 2002 Milano. Una lite in un supermercato, che si conclude con una donna morta e un’altra sotto inchiesta per omicidio preterintenzionale. La scena si svolge all’Esselunga di viale Zara, qualche mese fa. Protagoniste due attempate signore, una di 85 anni, l’altra di 60. All’origine dello scontro futili motivi, come direbbero i giudici: un passaggio stretto coi carrelli, una disputa su chi deve passare per prima tre i banchi affollati. Tra le due donne scatta un battibecco. La signora più anziana passa anche negli insulti e dà della ”terrona” alla sessantenne: «Siete troppi qua a Milano», aggiunge. A questo punto l’altra si inferocisce e passa alle vie di fatto. Una spinta e l’anziana finisce a terra. Apparentemente nulla di grave: la signora si rialza da sé e torna a casa sulle sue gambe. L’altra duellante viene portata a più miti consigli dal figlio, che la invita ad allontanarsi e a finire la sua spesa. Nulla di straordinario, se la storia finisse lì. Ma il destino ha previsto un seguito, tragico. L’anziana signora, accusando dei disturbi, si fa visitare in ospedale. Bacino incrinato, la diagnosi. Unica cura: immobilità assoluta. Dopo 8 giorni, però, la signora muore, per una trombo-embolia. Il manifestarsi si questa patologia sarebbe stato favorito dalla lunga e forzata immobilità. Questa almeno è l’ipotesi della Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo contro la sessantenne che ha spinto l’anziana signora, in seguito a una denuncia dei familiari della defunta. L’identità della sessantenne è stata ricostruita tramite la Fidaty card, la carta per la raccolta punti dell’Esselunga. Contro di lei il pm Giovanni Narbone ha formulato l’accusa di omicidio preterintenzionale e ha chiesto il rinvio a giudizio. Oggi sarà il gip a valutare la fondatezza dell’accusa: se cioè, sia stata davvero quella spinta, anche se indirettamente, a portare ala morte l’anziana signora, costringendola all’immobilità che ha favorito la trombo-embolia. Se dovesse finire a processo, la sessantenne rischia una condanna davvero pesante (da 10 a 18 anni di reclusione). Così, una vicenda nata come lite tra le tante finisce per acquistare i contorni del dramma. Silvano Rubino