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 2002  luglio 17 Mercoledì calendario

«Grazie Maestro, dal profondo del cuore», Corriere del Mezzogiorno, mercoledì 17 luglio 2002 Sul ”Mattino” di ieri è apparsa una lunga lettera che Roberto De Simone indirizza al prossimo cittadino italiano e in Italia prossimo residente «dottor» Vittorio Emanuele Savoia

«Grazie Maestro, dal profondo del cuore», Corriere del Mezzogiorno, mercoledì 17 luglio 2002 Sul ”Mattino” di ieri è apparsa una lunga lettera che Roberto De Simone indirizza al prossimo cittadino italiano e in Italia prossimo residente «dottor» Vittorio Emanuele Savoia. Con delizioso guizzo da scugnizzo, De Simone precisa di voler attribuire tale laurea al nominato Savoia allo stesso titolo adoperato dal guardamacchine abusivo verso il cliente. Ma per il resto c’è poco da scherzare. Se il nuovo corso del quotidiano napoletano deve interpretarsi alla stregua della coraggiosa prima pagina di ieri, non ci resta che esprimere compiacimento e auguri al nuovo Direttore. Salvo che per un particolare destinato a ricordarci ancora una volta quanto la forma sia sostanza. In testa al titolo, si suolo apporre quello che in gergo si chiama l’’occhiello”. Con un riflesso condizionato che sui giornali spesseggia in modo sempre più preoccupante, l’articolo di De Simone viene classificato siccome ”La provocazione”. Una ”provocazione” va ordinariamente intesa come argomento paradossale, estremistico, se del caso pittoresco: e qualificare in tal modo uno scritto è anche un sistema per prenderne le distanze. Altro che provocazione. Le parole di De Simone sono una somma e dolente riflessione storica ed etica sulla tragedia della nostra Storia. Sono un’impressionante testimonianza personale. Io non sarei mai stato capace di scriverle: solo dalla penna di un Maestro potevano uscire, e meriterebbero di entrare in ogni antologia scolastica. Forse De Simone crede di rifare Malaparte; giunge a un’altezza manzoniana. La cosiddetta ”disposizione transitoria” che vieta il ritorno in Italia dei discendenti maschi della famiglia Savoia (recte: Savoia-Carignano) è una lesione del Diritto, giusta il quale si definisce ”privilegio odioso”. Ma sovente la tragedia storica travolge il Diritto stesso. A prescindere dal giudizio che ciascuno di noi può e deve emettere sugli atti e fatti di questo padre e di questo figlio che la classe politica tutta, senza distinzioni, si appresta a festeggiare, v’è altro e ben più pesante. O il padre e il figlio vogliono tornare Italiani con lo scopo di troncare ogni continuità ideale e storica con la loro linea dinastica, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele III: ovvero lo vogliono col fine opposto. Nel primo caso sarebbero da lodare. Ma noi sappiamo vero il contrario: tale continuità storica e spirituale, la fanno propria. Intendono cosi glorificare una dinastia infame e inetta e arrecare un terribile sfregio a tutti (tutti: senza distinzione alcuna) i Caduti militari e civili nelle guerre svoltesi sotto l’Italia unita. Esporrò anch’io un apparente paradosso: rivendicare tale continuità avrebbe senso solo se il padre e il figlio tornassero Italiani col fine di espiare, nella preghiera, nella solitudine, nel silenzio. Da Roberto De Simone ho ricevuto le prime lezioni di armonia quand’ero ragazzino. Messo abbiamo entrambi superato da tempo il mezzo del cammino, e la mia professione mi rende sua controparte. Così sono stato dal mio dovere costretto a scrivere su di lui anche cose aspre e sgradevoli. Con qual gioia ex imo corde posso dirgli ora: grazie, Maestro. A me dovrebbero unirsi tutti i Napoletani, tutti gli Italiani. Paolo Isotta