Guido Ceronetti La Stampa, 14/07/2002, 14 luglio 2002
L’enigma della profezia che, in realtà, è muta, La Stampa, domenica 14 luglio 2002 Tra i rari editorialisti cui è impossibile non dare ragione c’è il prof
L’enigma della profezia che, in realtà, è muta, La Stampa, domenica 14 luglio 2002 Tra i rari editorialisti cui è impossibile non dare ragione c’è il prof. Giovanni Sartori, ospite abituale della prima del ”Corriere”. Le sue analisi su immigrazione e demografia mondiale sono inconfutabili: solo il pregiudizio ideologico e religioso può perdere tempo a discuterle, a tentare d’invalidarle. Mi ha stupito il titolo di un suo recentissimo articolo (’Nostradamus aveva ragione”) perché tra i razionalisti illustri il solo ad aver ammesso il rigore delle Centurie, per quanto concerne la Rivoluzione Francese, a mia conoscenza, fu Georges Dumézil. Sono un modestissimo nostradamologo, rinunciatario quasi sempre di fronte alla sua impenetrabilità, e proprio non so dove possa trovarsi la profezia citata da Sartori, fine del mondo prevista per una Pasqua cadente il 25 di aprile (che sarebbe un po’ lontana ma non troppo: 2038). Taccagno filologo, il luogo dove si pesca mi pare necessario sempre. Escluderei a priori che quella profezia appartenga al corpus del veggente di Salon, che pur parlando quasi sempre di sciagure ha lasciato in bianco ogni paradigma di estinzione totale della specie. Oppure l’interprete, come succede spesso, ci ha messo di suo, lavorando su un testo cifrato. Per me, salvo contraria dimostrazione, il vero Nostradamus su quel punto è muto. Ma Sartori collega l’anno 2038 alle previsioni scientifiche del Wwf che non prolungano al di là della metà del secolo l’abitabilità per esseri umani del pianeta: i dati del Wwf su aria, acqua, clima, cibo, densità demografica, urbanizzazione senza sbocco nel mondo globalizzato, forniti recentemente, non sono vaghe approssimazioni e le basi su cui poggiano possiamo veirificarle dappertutto. Purtroppo, pochi hanno voglia di vivere ad occhi aperti: siamo dentro a un’oceanica moltitudine di struzzi. Quanto al potere politico ed economico è stato da tempo usurpato dalla famiglia delle talpe. Poi ci sono i malvagi puri che lavorano perché l’impossibilità di vivere decentemente su questa stella infelice sia anticipata di decenni. Tuttavia, per continuare nelle metafore bestiali, le conigliere del mondo non cessano un istante di procreare umanità da buttare nel caos. La contraccezione, auspicata come solo rimedio da Sartori, resta un rimedio sporadico e astratto - la piena numerica travolgerà tutto. Ma vale davvero la pena di auspicarli e di cercarli e di applicarli i rimedi? Questa umanità è nel suo insieme una immane cancrena inoperabile in preda a convulsioni e sofferenze intollerabili. Possiamo, medicare e consolare pochi, pochissimi di loro. Guido Ceronetti