Paolo Mastrolilli La Stampa, 15/07/2002, 15 luglio 2002
C’è papà sul monitor, La Stampa, lunedì 15 luglio 2002 Infilare il pigiama, lavarsi i dentini, e stampare un bacio della buonanotte virtuale sulla faccia cibernetica di papà
C’è papà sul monitor, La Stampa, lunedì 15 luglio 2002
Infilare il pigiama, lavarsi i dentini, e stampare un bacio della buonanotte virtuale sulla faccia cibernetica di papà. Così la signora giudice del Massachusetts E. Chouteau Merrill ha immaginato la routine serale di tre bambini americani, dando via libera al divorzio tra i loro genitori, a patto che la madre garantisca al padre i suoi diritti di visita digitale.
La causa di separazione tra Paul Cleri e Lorraine Baltzer aveva preso una piega complicata. La coppia era sposata da sette anni, viveva nella cittadina di Needham, e aveva tre bambini: un figlio di cinque anni e due gemelline di due. La mamma, Lorraine, voleva tornare a vivere con la sua famiglia a Long Island, che sta ad oltre sei ore di macchina dalla casa dell’ex marito. Laggiù aveva una buona proposta di lavoro, e soprattutto l’aiuto di fratelli e sorelle disposti a darle una mano con i figli. Il padre, Paul, si era opposto alla richiesta di trasferimento, e aveva domandato la custodia primaria dei bambini.
Qualche giorno fa la giudice ha avuto l’illuminazione: visite virtuali. Dopo il sesso online, le aste, e le consultazioni mediche, perché non far viaggiare anche l’amore paterno lungo le fibre ottiche? Così la signora Chouteau Merrill ha deciso: Lorraine potrà tornare a Long Island con i figli, ma ogni martedì e giovedì Paul dovrà visitarli via computer, dalle sei alle sette di sera. I due genitori sono stati condannati ad acquistare le apparecchiature necessarie per la videoconferenza, e visto che lavorano entrambi nel settore digitale non avranno problemi a fare un buon lavoro. Il padre, in aggiunta, potrà vedere i bambini dal vivo a week end alternati, quattro settimane durante l’estate, metà Natale, un Thanksgiving sì e l’altro no. Ecco fatto.
Paul ha reagito con una crisi di nervi, e ha promesso di fare appello per rovesciare la sentenza e ottenere la custodia. I precedenti legali, però, non sono dalla sua parte, perché la soluzione delle visite virtuali è stata già adottata almeno in Florida, New Jersey e Colorado.
Per il momento, il padre cibernetico ha trovato comprensione solo da David Levy, presidente del Children’s Rights Council di Washington: «Non puoi abbracciare un computer. La realtà virtuale non può prendere il posto della presenza, di un figlio seduto sulle gambe del genitore, delle carezze e del contatto amorevole. Faremo tutto il possibile per evitare che queste sentenze diventino una tendenza. Noi vogliamo la realtà reale, perché questi non sono bambini virtuali».
Paolo Mastrolilli