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 2002  luglio 21 Domenica calendario

L’euro ovvero i prezzi quadruplicati

Il trapianto di Euro rischia il rigetto, La Stampa, domenica 21 luglio 2002 Che qualche economista filosofo, prossimo ai casi e alle miserie umane - se esiste - me lo spieghi: di questo Euro in tasca devo rallegrarmi, spendendolo oppure no? Talvolta mi viene voglia di vomitarlo. Non sono nostalgico di Lira malata: è il trapianto di Euro sano a darmi sintomi di rigetto. Perché, dal momento che è accertato essere una moneta forte, addirittura pari al Dollaro, questo epatico Euro si sta rivelando una compratrice debole - perfino più debole della tisica, tossicchiante Lira? L’atro giorno mi capita di comprare qualcosa in un tradizionale suk ortofrutticolo torinese dove ci sono alcuni banchi ancora prosperi di agricoltura autarchica dei dintorni. Metto pochissime cose nello zainetto e lascio per questo una decina di Euro. La stessa materia di salmeria mi sarebbe costata, al massimo, quattro-cinquemila lire, e pagata caramente. Oggi, in Euro, io ho posto in quel cavo avido di mano l’equivalente di poco meno di ventimila lire. Sbaglio il conto o questa si chiama quadruplicazione (in un ridicolo volgere di tempo) del prezzo? Un particolare di questa veridica parabola: per un pomodoro, ortaggio povero, della grossezza di una mela, per il quale avrei dato trecento lire, la donzelletta dell’hinterland mi ha chiesto novanta centesimi. Glieli ho dati, vigliaccamente. Poi ho riflettuto: quell’umile Tomate mi era costato millesettecentocinquanta lire!! Più t’inoltri nei Commerci e negli scambi, nelle prestazioni di lavoro, nei costi giornalieri, più queste sorprese zampillano. Chi ti faceva un lavoretto per cinquemila ora te lo fa per cinque euro, quando è onesto: ma cinque significa adesso diecimila, e allora la nausea si manifesta e comincia, l’Euro, a farti paura. Una in più, perché già non ne mancano. I nostri grandi Europeisti - i Prodi, i Ciampi, i Fazio, i Berlusconi, i Romiti - tutta la magnifica Orchestra Eurofila, non comprano al suk il pomodoro. E Duisenberg lo compra, il pomodoro? E Kohl? E Chirac? Ci hanno buttati nell’Euro, stregati e allocchiti da vortici di Decibel di oratoria, e là ci hanno lasciati, soli. Guido Ceronetti