Il Sole 24 Ore 26/02/2006, pag.31, 26 febbraio 2006
VESPE. Il Raboni respinto e il Bevilacqua coccolato. Il Sole 24 Ore 26 febbraio 2006. Ultime dalle Olimpiadi della cultura: mentre a Sestriere nevica sulla caduta di Rocca, a Torino infuria la bufera sull’Einaudi
VESPE. Il Raboni respinto e il Bevilacqua coccolato. Il Sole 24 Ore 26 febbraio 2006. Ultime dalle Olimpiadi della cultura: mentre a Sestriere nevica sulla caduta di Rocca, a Torino infuria la bufera sull’Einaudi. Franco Cordelli denuncia dalle colonne del Corriere il rifiuto dello Struzzo di pubblicare i versi postumi di Giovanni Raboni (ora usciti da Garzanti), e Patrizia Valduga, compagna del poeta scomparso, rincara la dose: è stata una bocciatura politica, perché in alcune pagine compare un certo «cavalier Menzogna» (chi potrà mai essere?), e l’Einaudi è di proprietà di un altro, ben noto Cavaliere. Da via Biancamano replica il direttore editoriale Ernesto Franco: «Soltanto una valutazione letteraria, il libro non convinceva». Più Franco di così. Purtroppo però, non riesce a convincere tutti. Cesare Segre, per esempio, einaudiano di sicura fede, ha subito preso posizione: «Non mi iscriverei né tra i difensori né tra i critici della casa editrice». Né con Ernesto, né con Patrizia. Né con Einaudi, né con Garzanti. E dove pubblicherà il suo prossimo saggio, da Stampa Alternativa? Ma poi il filologo aggiunge, in cauda venenum: «Forse la verità su questo caso potrà essere scritta in futuro quando tutti potranno parlare fuori dai denti». Dovremo aspettare che i denti cadano? Urge intervento odontostomatologico ai piani alti di via Biancamano. Sorpreso della vicenda si dice Alberto Bevilacqua, noto autore sovversivo che proprio da Einaudi, l’anno scorso, ha pubblicato un romanzo satirico - Il Gengis - forse ispirato alla figura del Signor B. «I responsabili della casa torinese con me si sono comportati in modo coraggioso e liberale. Mi sono stati sempre vicini», ha dichiarato l’Alberto nazionale. Coraggiosi davvero, questi editor einaudiani: soprattutto per averlo trovato convincente sul piano letterario. Potrebbero fare i giudici nelle gare di pattinaggio artistico. Ma è meglio buttare Bevilacqua sul fuoco delle polemiche. Come cantava Renato Rascel: « arrivata la bufera / è arrivato il temporale / Chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par». Oppure, nella versione più coraggiosa (e pertanto censurabile): «Senza pepe e senza sale / la minestra non si fa».