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 2006  gennaio 22 Domenica calendario

Quante storie nella camera da letto. Il Sole 24 Ore 22 gennaio 2006. I parigini che, dopo la rivoluzione del luglio 1830, erano stati invitati a visitare la reggia ebbero una sorpresa

Quante storie nella camera da letto. Il Sole 24 Ore 22 gennaio 2006. I parigini che, dopo la rivoluzione del luglio 1830, erano stati invitati a visitare la reggia ebbero una sorpresa. Nella camera dei sovrani troneggiava un grande letto matrimoniale. Veniva così palesemente infranta la consuetudine aristocratica delle stanze separate. Con quella messa in scena - in realtà Luigi Filippo e la regina dormivano in locali diversi - il Re Borghese intendeva rassicurare i suoi sudditi: malgrado il suo sangue blu, era uno dei loro. Bisognava cancellare l’immagine libertina della nobiltà. "Gli appartamenti separati nei palazzi dell’alta società rivelano che i rapporti nell’ambito del matrimonio non implicavano necessariamente relazioni amorose", puntualizza l’etnologo Pascal Dibie in queste pagine colte e mai noiose sul "riposo e l’amore nei secoli". Ma bisognava anche cancellare il ricordo del lever, del risveglio dei monarchi, quando uno stuolo di cortigiani si precipitava ad assistere, secondo una complicata etichetta, il sovrano appena desto. Se nei secoli bui ci si coricava nudi, Montaigne non poteva fare a meno non solo della camicia da notte, ma anche dei guanti, per non parlare di "cose indispensabili" come il baldacchino e le tendine da alcova. Altrettanto indispensabile, il vaso da notte poteva essere d’argento come quello del Re Sole o di semplice terracotta, ma aveva sempre un occhio indiscreto dipinto sul fondo. Nel Seicento l’utile arnese veniva chiamato bourdaloue, dal nome del predicatore gesuita cui le dame confessavano i loro segreti. Al mattino i vasi pieni e le cuffie da notte dovevano scomparire, come ogni traccia di attività sessuale lecita o illecita. Spesso tra le lenzuola raramente lavate si annidavano tenaci parassiti. I pidocchi furono a lungo una presenza fissa in Occidente. Nell’Antico Regime, le locande venivano quotate in rapporto al numero di parassiti trovati nel letto, non a caso chiamato pucier. Quando Rimbaud partì da casa Verlaine, portò con sé i pidocchi, ma lasciò, oltre a molta nostalgia, anche una schiera di pulci. A lungo il letto chiuso fu considerato una garanzia di riposo. Nelle campagne giacigli a più piani ospitavano insieme ai padroni di casa la prole e la servitù. Le reti erano di ginestra e i pagliericci di pula d’avena. Solo col tempo la piuma d’oca garantì il sonno, ma non l’igiene. Jules Renard arricciava il naso: "Dormono in un letto come in un nido, vi ansimano, vi sudano coricandosi per quarantanni senza cambiare o smuovere una piuma". Ci vollero gli sconvolgimenti della Prima guerra mondiale per fare adottare i materassi anche ai contadini. Dobbiamo ai libertini del Settecento la pulizia nella camera da letto. Furono loro a lanciare il bidet, a lungo considerato un attrezzo da prostitute. La voluttà richiedeva lenzuola di bucato e corpi ben lavati in epoche in cui si temeva che il bagno potesse essere pericoloso se non addirittura letale. Il letto di un libertino del ’900, Georges Bataille, era il mobile principale del suo disadorno appartamento. Il pagliericcio era posato direttamente sul pavimento. Intorno a lui ruotavano le pareti bianche, le sedie, i libri, il tavolo e l’armadio ereditato dalla madre. Dovunque andasse Bataille ricostruiva quello scenario perché lì, sulla trapunta chiara ordinatamente piegata, avvenivano gli esperimenti più audaci di quello che agli occhi di tutti era semplicemente un funzionario della Bibliothéque Nazionale di Parigi. Santo e martire dell’eccesso (dall’alcool al sesso) aveva la cortesia, la pacatezza e persino i gesti del clero che detestava. I suoi liquidi occhi azzurri non erano mai sazi di sensuali rivelazioni. "L’erotismo è il problema dei problemi. L’uomo, in quanto animale erotico, è un problema a se stesso", afferma Bataille nel suo stile splendido e sinuoso. La Storia dell’erotismo, inedita in Italia, è una meditazione su un paradosso. L’uomo, per distinguersi dall’animalità, deve mettersi dei divieti sul sesso, la morte e le feci. Ma l’erotismo, per superare la mera sessualità, deve trasgredirli, sfidando la morte. La trasgressione "toglie il tabù senza sopprimerlo", perché solo nell’eccesso l’uomo sfiora l’impossibile. Quando Laure, la mitica compagna di Bataille, morì, il suo letto venne coperto di rose. Giuseppe Scaraffia