Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  gennaio 27 Venerdì calendario

La McDonald’s inglese ha preso ad arruolare famiglie, destinando loro però un solo posto di lavoro: stabilito che per quel certo incarico bisogna presentarsi alle otto del mattino, non importa se a presentarsi sarà il padre, la madre o un figlio

La McDonald’s inglese ha preso ad arruolare famiglie, destinando loro però un solo posto di lavoro: stabilito che per quel certo incarico bisogna presentarsi alle otto del mattino, non importa se a presentarsi sarà il padre, la madre o un figlio. Rita Cross, 42 anni, che è entrata con le sue due figlie di 18 e 16 anni: «La mattina ci alziamo e decidiamo chi fra noi farà il primo turno al ristorante. Poi ci diamo il cambio. La nostra vita è diventata più equilibrata. Chiederò anche a mio marito di entrare nella squadra». McDonald’s sembra intenzionato a estendere la formula a tutti i suoi 1250 ristoranti. In teoria si possono adottare i Family contract anche in Italia: la legge Biagi prevede i «contratti di lavoro ripartito» (job sharing), ma le aziende che vi fanno ricorso sono poche: meno di dieci contratti di questo tipo sono stati firmati alla Nuova Crich Industria Biscotti in provincia di Treviso e riguarda solo donne lavoratrici. Nella metà degli anni Novanta la Zanussi lasciò libertà alle operaie di organizzarsi secondo le esigenze personali con il solo obbligo di coprire tutti i turni in qualche modo. Alla fine le stesse interessate si diedero turni così rigidi per cui nei fatti non cambiò nulla. Nessuna azienda copiò l’esempio della Zanussi.