Enrico Franceschini e r.ma., la Repubblica 27/1/2006, pagina 37., 27 gennaio 2006
La McDonald’s inglese ha preso ad arruolare famiglie, destinando loro però un solo posto di lavoro: stabilito che per quel certo incarico bisogna presentarsi alle otto del mattino, non importa se a presentarsi sarà il padre, la madre o un figlio
La McDonald’s inglese ha preso ad arruolare famiglie, destinando loro però un solo posto di lavoro: stabilito che per quel certo incarico bisogna presentarsi alle otto del mattino, non importa se a presentarsi sarà il padre, la madre o un figlio. Rita Cross, 42 anni, che è entrata con le sue due figlie di 18 e 16 anni: «La mattina ci alziamo e decidiamo chi fra noi farà il primo turno al ristorante. Poi ci diamo il cambio. La nostra vita è diventata più equilibrata. Chiederò anche a mio marito di entrare nella squadra». McDonald’s sembra intenzionato a estendere la formula a tutti i suoi 1250 ristoranti. In teoria si possono adottare i Family contract anche in Italia: la legge Biagi prevede i «contratti di lavoro ripartito» (job sharing), ma le aziende che vi fanno ricorso sono poche: meno di dieci contratti di questo tipo sono stati firmati alla Nuova Crich Industria Biscotti in provincia di Treviso e riguarda solo donne lavoratrici. Nella metà degli anni Novanta la Zanussi lasciò libertà alle operaie di organizzarsi secondo le esigenze personali con il solo obbligo di coprire tutti i turni in qualche modo. Alla fine le stesse interessate si diedero turni così rigidi per cui nei fatti non cambiò nulla. Nessuna azienda copiò l’esempio della Zanussi.