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 2006  gennaio 19 Giovedì calendario

La rivoluzione digitale investe sua maestà tv. Nova Il Sole 24 ore 19 gennaio 2006. Digitale terrestre, satellite, tv via internet

La rivoluzione digitale investe sua maestà tv. Nova Il Sole 24 ore 19 gennaio 2006. Digitale terrestre, satellite, tv via internet. L’ultima fase della rivoluzione continua avviata dai nuovi media prende di mira la regina dei vecchi media. Ebbene: a questo punto la televisione è in crisi? C’è una grande trasformazione, ma non dimentichiamo che ogni sera, 25 o 26 milioni di italiani guardano la televisione. E in una settimana, almeno 45 milioni passano un po’ di tempo davanti alla tv. C’è un’erosione di audience di qualche frazione percentuale, dovuta principalmente al satellite, ma in termini di minuti di visione si assiste addirittura a un aumento. Ma la televisione sta cambiando di fronte ai nuovi media? E in che modo? Ci sono soltanto più canali, oppure la trasformazione è più profonda? Il cambiamento attraversato dalla televisione è rilevante. Prima c’erano soltanto 6 o 7 canali. Ora ce ne sono molti di più, sulla spinta della convergenza con le telecomunicazioni. Tutto si muove in questo sistema. Ma se percepiamo la dinamica, non sappiamo esattamente dove va a parare. In tutto questo c’è un elemento che resta chiaramente riconoscibile e continua a definire la televisione: il contenuto. Ma di che tipo è, alla fine, il contenuto specifico della televisione? La diffusione di internet e le nuove piattaforme, dal digitale terrestre al telefono mobile, hanno un’influenza sulla qualità e la forma dei contenuti. Per esempio, favoriscono l’emergere dei contenuti brevi, ripetibili. Intanto, lo sport e i film vanno verso la tv a pagamento. Questo apre spazi nuovi per la tv in chiaro. Che effettivamente se li costruisce attorno a fiction, intrattenimento e informazione. I nuovi modi di trasmettere contenuti di tipo televisivo avranno successo? La televisione satellitare, la tv via internet, i nuovi canali per il digitale terrestre tendono a conquistare spazio acquisendo contenuti di valore da proporre con nuove formule di pagamento. La diffusione dell’Adsl rende sempre più probabile una fruizione in contemporanea di internet e tv. Penso che web e tv tenderanno a integrarsi. Ma come cambia in tutto questo il linguaggio televisivo? Con lo spostamento sulla tv a pagamento di sport e cinema, la tv generalista tende a recuperare una sua specificità. Smette di importare contenuti ed è costretta a inventarne di propri. Al tempo stesso continua a essere un’insostibuibile fabbrica di immaginario collettivo: in ufficio, o al bar, la gente parla di ciò che ha visto la sera prima in tv e ritrova in questo un principio di identità e di relazione con gli altri. Insomma: si direbbe che, in mancanza di meglio, la vecchia finestra sulla realtà si inventi la sua realtà... Non è proprio così. L’informazione continua a rappresentare un ingrediente fondamentale dell’offerta televisiva. vero però che fenomeni come Il Grande Fratello o L’Isola dei famosi hanno creato dei "mondi", fatti di personaggi e di storie, che di per sé rappresentano un arricchimento della realtà e che il rimbalzo multimediale tende a proiettare ben oltre la stretta fruizione televisiva. Ma il futuro è davvero nella crossmedialità? I grandi reality sono anche esperimenti di contenuti declinati su più media. Il Grande Fratello è in tv, sui telefonini, sul web. Ispira una fanzine, un gioco da tavolo e un videogame. Il problema sta nel confronto tra broadcaster e case di produzione. Queste sostengono gran parte dell’investimento in ricerca, ma tale ruolo non è adeguatamente remunerato in termini di condivisione dei diritti e dei benefici. Giorgio Gori