Viviano Domenici, Corriere della Sera 21/2/2005, pagina 27., 21 febbraio 2005
Mani dipinte sulla roccia sono state trovate dappertutto nel mondo: dalla Patagonia all’Australia, dall’Eurasia all’Indonesia, dall’Africa all’America del nord
Mani dipinte sulla roccia sono state trovate dappertutto nel mondo: dalla Patagonia all’Australia, dall’Eurasia all’Indonesia, dall’Africa all’America del nord. Finora si è sempre pensato che fossero tracce di mani maschili o di adolescenti, invece grazie all’etno-antropologo francese Jean-Michel Chazine si è scoperto che molte sono impronte di mani femminili. Chazine ha esaminato le immagini di orme applicando "l’indice Manning": nel 2002 il biologo inglese John T. Manning aveva dimostrato che la maggior parte degli uomini ha l’anulare leggermente più lungo dell’indice, mentre nella maggior parte delle donne la lunghezza delle due dita è quasi la stessa. Attraverso questo sistema Chazine ha scoperto che gran parte delle impronte presenti nelle grotte di Gua Masri, nel Borneo orientale, furono lasciate da donne. Adesso si spera di risolvere parecchi enigmi nascosti dietro affreschi simili, come per esempio quello delle dita mozze presenti in diverse grotte: l’ipotesi è che si tratti di vere mutilazioni come quelle che ancora oggi si possono osservare in alcune tribù dove ci si amputa una o più falangi in segno di dolore (la morte del re) o per implorare una grazia e l’immagine lasciata in un luogo sacro testimonia il sacrificio. Si spera anche di saperne di più della Grotta di Gargas, in Francia. Qui ci sono 150 impronte di cui 124 sinistre e questo fatto è stato interpretato come la prova che anche nella preistoria il mancinismo fosse un’eccezione perché la destra era impegnata nell’esecuzione. Le poche impronte destre, inoltre, si trovano sulla parte destra della grotta mentre le sinistre si trovano a sinistra. Dato che alcuni fanno notare che in molte culture la mano sinistra è associata al femminile e la destra al maschile, l’applicazione dell’indice di Manning potrà dire se le donne sono le protagoniste dei riti che si svolgevano nella grotta di Gargas. Gli esperti tuttavia pensano che sia difficile dare un’unica spiegazione alle impronte delle mani, anche perché furono eseguite in un arco temporale di quasi tremila anni. Le più recenti sono le orme di mani e piedi lasciate dai cavalieri crociati che nel Medioevo partivano per la Terrasanta. Questi prima delle spedizioni visitavano i santuari per invocare la protezione divina e lasciavano un’impronta graffita su un muro: se tornavano, andavano a incidere anche l’altra per grazia ricevuta.