Corriere della Sera 04/02/2006, pag.21 Paolo Isotta, 4 febbraio 2006
Sì, io lo indosso (ma da 35 anni). Corriere della Sera 4 febbraio 2006. Il Direttore mi considera emblema (!) di chi indossa il fazzoletto nel taschino della giacca e mi chiede confessione dei motivi
Sì, io lo indosso (ma da 35 anni). Corriere della Sera 4 febbraio 2006. Il Direttore mi considera emblema (!) di chi indossa il fazzoletto nel taschino della giacca e mi chiede confessione dei motivi. Mi copro di rossore e fastidio. Ambisco a essere una firma, non un volto o, peggio, un "tipo". Così, per la prima volta in vita mia, domando a me stesso: perché? Mi rendo conto di portarlo, questo fazzoletto, da almeno trentacinque anni, come lo indossavano mio Padre e i miei zii. Il fatto sta diventando moda: una persona per bene non veste alla moda, l’ osserva per ricavarne infinite meditazioni sulla vita. Ma se esagera nel "fuori moda" diviene una macchietta. Un uomo per bene veste senza farsi notare. Non lo è chi riflette sul come vestirsi. Non so se tale io sia, ma mi vesto per intuito, senza pensare. Ho pochi abiti riprodotti sempre eguali. Dice Geppetto a Pinocchio: "Il vestito pulito, non il vestito nuovo, fa il signore". L’ intuito ha per limite invalicabile il ridicolo, ma ha da essere libero. Se mi verrà lo sfizio di truccarmi e vestirmi da donna, non riuscirò a essere bello(a), certo a non esser ridicolo. Si ricordino i Saturnalia. Ci si trucchi e vesta almeno due volte l’ anno e gli psico-analisti si ridurranno a smorfiare i sogni per i numeri del Lotto. Paolo Isotta Paolo Isotta