Carla Reschia, La Stampa 17/2/2006, pagina 11., 17 febbraio 2006
Venti anni fa, nella giungla di Bombo, in Uganda, fu trovato un bambino di circa quattro anni allevato dalle scimmie
Venti anni fa, nella giungla di Bombo, in Uganda, fu trovato un bambino di circa quattro anni allevato dalle scimmie. Era finito nel gruppo di primati quando, già orfano di padre, sua madre venne uccisa in una guerriglia tribale mentre lo teneva in braccio: il bimbo cadde in un acquitrinio e furono le scimmie a salvarlo. Lo allattarono e lo accudirono per quattro anni come fosse uno di loro, fino a quando altri uomini non lo trovarono e portarono via. All’inizio il bambino, cui fu dato il nome di John, rifiutava il cibo degli uomini e i vestiti, e appena poteva fuggiva nel bosco. Adesso vive vicino a Kampala, ha quasi imparato a parlare, suona la chitarra, canta, gioca a calcio e pratica l’atletica. Ha imparato a lavarsi anche se all’inizio non gli piaceva, apprezza il cibo degli uomini ma non riesce a scrivere bene perché tiene le dita arcuate come fanno le scimmie (sa a malapena fare la firma). Appena può sta all’aperto, anche quando piove e fa freddo.