Marco Moussanet, Il Sole - 24 Ore 24/10/2005, pagina 1 e 17., 24 ottobre 2005
Il quotidiano francese più venduto è la testata regionale "Ouest-France", di Rennes, in Bretagna. Da trent’anni è in vetta alla classifica e oggi vende 782 mila copie al giorno, contro le 372 mila di "Le Monde" e le 344 di «Figaro»
Il quotidiano francese più venduto è la testata regionale "Ouest-France", di Rennes, in Bretagna. Da trent’anni è in vetta alla classifica e oggi vende 782 mila copie al giorno, contro le 372 mila di "Le Monde" e le 344 di «Figaro». Il giornale fa parte di un gruppo che occupa il terzo posto nella classifica delle società editoriali francesi, alle spalle di Hachette e Socpresse/Dassault, avviandosi verso la seconda posizione. Il presidente e amministratore di questa società, inoltre, è anche direttore del giornale ed è François-Règis Hutin, discendente del fondatore. Per statuto la società non ha mai distribuito dividendi agli azionisti, reinvestendo gli utili nello sviluppo del gruppo. Da 15 anni peraltro gli azionisti non esistono visto che le società operative fanno capo a una holding controllata da un’associazione senza scopo di lucro. La storia del giornale inizia alla fine dell’Ottocento, quando l’avvocato Emmanuel Desgrées du Loû e l’abate Félix Trochou fondano a Rennes il giornale "L’Ouest clair» (il primo numero esce il 2 agosto 1899). Già negli anni Trenta del Novecento si vendono 300 mila copie, che pongono il quotidiano al primo posto fra le testate regionali. Quando Emmanuel Desgrées du Loû muore (1933) cede la direzione al marito della figlia, Paul Hutin. Questi nel 1940 viene arrestato per propaganda antinazista e costretto a entrare in clandestinità, lasciando il giornale. Dopo una serie di vicende il 7 agosto 1944 esce con la nuova testata "Ouest-France". Nel 1962 le redini del giornale passano al suo secondogenito e attuale direttore François-Régis, che fino a quel momento non aveva dimostrato particolare interesse per il ruolo. Da sempre il quotidiano si è dimostrato all’avanguardia: nel 1965 vieta la pubblicazione della foto di un uomo con le manette ai polsi (bisogna aspettare altri 35 anni prima che sul tema ci sia un dibattito internazionale e una legge), si batte per l’abolizione della pena di morte, in difesa dell’insegnamento privato, per l’Europa, contro le armi nucleari francesi. Il giornale è anche tra i primi a denunciare le torture in Algeria e il genocidio cambogiano, a raccogliere e inviare aiuti in Polonia ai militanti di Solidarnosc e nei Paesi del Terzo mondo.