Vanity Fair, Enrica Brocardo 19/1/2006, 19 gennaio 2006
"Sono un’egocentrica ma non mi piace sgomitare. Non so se per una questione d’insicurezza, oppure per il fatto di avere avuto una famiglia piuttosto benestante alle spalle
"Sono un’egocentrica ma non mi piace sgomitare. Non so se per una questione d’insicurezza, oppure per il fatto di avere avuto una famiglia piuttosto benestante alle spalle. Mio padre aveva una gioielleria a Roma, non mi ha mai fatto mancare niente. Insomma, tutta quella grinta che vedo in certe colleghe non l’ho mai avuta. Da ragazza ho iniziato ad andare ai provini perché mi piaceva, volevo fare l’attrice. Stiamo parlando di parecchio tempo fa: ho iniziato a 15-16 anni, anche perché ho finito il liceo due anni prima degli altri" Come mai? "A tre anni e mezzo sapevo già leggere e scrivere. Un giorno mia mamma mi ha trovata che leggevo Topolino da sola, così a 4 anni mi ha mandato a scuola. Non è stato difficile, ero più matura della mia età e ho sempre avuto una memoria pazzesca" Dopo le superiori si è iscritta a Lettere, ma non si è mai laureata. "Non riuscivo ad autogestirmi nello studio, non sono riuscita a dare neppure un esame. Mi sono fermata alla Corazzata Potemkin, il primo film del corso di Storia del cinema".