Roberto Gervaso, Il Messaggero 21/10/2005, 21 ottobre 2005
"Tutta la vita non è che un processo di deterioramento, ma i colpi, che formano il lato drammatico dell’impresa, i grandi colpi improvvisi che vengono, o sembrano venire, dal’esterno, quelli che si ricordano, cui si attribuisce la responsabilità di tante cose e di cui, nei momenti di debolezza, si parla agli amici, non rivelano il loro effetto tutto a un tratto
"Tutta la vita non è che un processo di deterioramento, ma i colpi, che formano il lato drammatico dell’impresa, i grandi colpi improvvisi che vengono, o sembrano venire, dal’esterno, quelli che si ricordano, cui si attribuisce la responsabilità di tante cose e di cui, nei momenti di debolezza, si parla agli amici, non rivelano il loro effetto tutto a un tratto. C’è un altro genere di colpi, che viene dall’interno, che non si sente se non quando è troppo tardi per correre ai ripari, quando ci si rende conto definitivamente che, in un modo o nell’altro, non si sarà più l’uomo in gamba di un tempo. Il primo genere di crollo sembra verificarsi rapidamente; il secondo avviene quasi a nostra insaputa, ma se uno se ne rende conto davvero con subitaneità... Il banco di prova di un’intelligenza di prim’ordine è la capaciotà di tenere due idee opposte in mente nello stesso tempo e, insieme,. di conservare la capacità di funzionare. Si dovrebbe, per esempio, poter vedere che la situazione è disperata ed essere tuttavia decisi a renderla diversa" (John Dos Passos, febbraio 1936).