Paolo D’Agostini, la Repubblica 2/2/2006, 2 febbraio 2006
Sarà una questione noiosa come ha detto l’ altra sera a Bonolis, però come non sottoporgliela di nuovo? Nelle sue numerosissime apparizioni tv Berlusconi non si lascia sfuggire mai l’ occasione di ripetere quanto siano liberali le sue televisioni che lasciano prosperare programmi irriverenti come Striscia, Le jene e Zelig
Sarà una questione noiosa come ha detto l’ altra sera a Bonolis, però come non sottoporgliela di nuovo? Nelle sue numerosissime apparizioni tv Berlusconi non si lascia sfuggire mai l’ occasione di ripetere quanto siano liberali le sue televisioni che lasciano prosperare programmi irriverenti come Striscia, Le jene e Zelig. Aggiunge che le apprezza e lo fanno tanto ridere. Non dica che non le crea qualche imbarazzo. «E’ un problema più suo che mio. Tra l’ altro noi di Zelig non facciamo quasi satira. Ho capito: vuole dire che siamo la foglia di fico. Che dobbiamo fare? Stare a casa? L’ alternativa?». è lei a trovarsi in quella posizione. Lo dica lei. «Le scelte che ho fatto io non sono radicali, d’ accordo. Rispetto chi ne ha fatte. Sono attaccabile, lo so. Ma non posso che confermare la liberalità del mio editore, finora almeno. Per esempio sono due anni che chiedo il "permesso" di andare a condurre il Primo Maggio su RaiTre e me lo danno. Quest’ anno il permesso non è ancora arrivato, chissà. Facciamo una cosa: così come ho detto che il mio editore è liberale se stavolta il permesso non me lo danno le telefono, lo dico e mi domando pubblicamente se non me l’ hanno dato per via delle elezioni. Va bene? Ma quello che è veramente inquietante sta più sul fondo. Quando vende gli spazi pubblicitari l’ azienda sa per esempio, a proposito degli otto milioni di persone che seguono Zelig, che pesa di più un giovane del nord che vota a sinistra che non una donna del sud pensionata che vota Forza Italia: perché ha più soldi, spende di più, compra di più, consuma di più. E siamo noi i veicoli, ne sono ben cosciente (Claudio Bisio)