Libero 18/02/2006, Mattias Mainiero, 18 febbraio 2006
Libero, sabato 18 febbraio «Oggi porto la camicia». Libero 18 febbraio 2006. Ministro Calderoli, ha visto cosa è successo a Bengasi? Si sento responsabile? «Manifestazioni e attentati di matrice islamica sono cominciati ben prima delle vignette satiriche e delle t-shirt
Libero, sabato 18 febbraio «Oggi porto la camicia». Libero 18 febbraio 2006. Ministro Calderoli, ha visto cosa è successo a Bengasi? Si sento responsabile? «Manifestazioni e attentati di matrice islamica sono cominciati ben prima delle vignette satiriche e delle t-shirt. Ha letto la dichiarazione alle agenzie di stampa? La dichiarazione dice: ”Anche l’attentato alle Torri gemelle c’è stato prima delle eventuali provocazioni, e la mia maglietta voleva essere proprio un segnale del rischio che proviene da quel mondo. Piuttosto sono preoccupato dalla situazione generale, dopo le dichiarazioni del figlio di Gheddafi a un giornale tedesco». Oggi indossa ancora la maglietta? «Oggi porto la camicia». E sotto? «Non porto mai niente». Quante t-shirt ha? «Parecchie». Descriva una vignetta. «Una nuvoletta su cui sono tutti gli dèi delle religioni monoteistiche». Offensiva? «Sono dell’idea che sulla religione meno battute si fanno e meglio è». Beriusconi già prima dei fatti di Bengasi aveva chiesto le sue dimissioni. «Ha chiesto le dimissioni. Poi è stato tutto chiarito. Non era una t-shirt governativa, dunque...». Fini, sempre prima dei fatti di Bengasi, aveva detto che il suo comportamento non era stato serio. «Le persone con cui ho parlato, anche di An, la pensano come me, non come Fini». Cosa risponde a Daniela Santanchè che le ha dato del buffone? «Ha dichiarato questo?». Ai giornali. «Non leggo le cose che dice la Santanchè». E Giovanardi? «Cosa ha fatto?». L’ha definita un esibizionista. «C’è anche chi pensa di fare certe cose, poi per ragioni di partito non le fa. Chi si professa cattolico e intende difendere la propria religione dovrebbe essere in prima fila». Il principale quotidiano dell’Arabia Saudita ha scritto invece che lei è un razzista. «Non leggo le cose sui nostri giornali, figuriamoci le cose saudite. Comunque, credo che sia più razzista chi si permette non solo di fare satira ma di insultare il Dio dei cristiani e il Papa, e poi non accetta la satira nei confronti del suo Dio». Intanto, senza essere razzista, ha detto che Rula Jebreal, giornalista palestinose de La7, è una «signora abbronzata». «E che c’entra questo con le vignette? Va bene che tutto ciò che viene da quella parte deve essere trattato con riguardo, ma non mi sento di mettere la giomalista sullo stesso piano di Maometto». Però ha parlato di abbronzatura. «Era la risposta ad una persona che in tv recupera un pezzo di un comizio a Pontida, lo tira fuori e lo mette in una discussione completamente differente. Roba passata, fuori contesto». Hanno scritto che lei è un ”hooligan esagitato”, che è per la legge del taglione. «Questa non mi è nuova». Si riferivano alla castrazione per i reati sessuali». «La parola castrazione fa effetto, meglio chiamarla ”sospensione androgenica”». Altro che sospensione: lei ha dichiarato di preferire la castrazione chirurgica, e cioè irreversibile, a quella chimica, reversibile. «Preferivo la chirurgica, ma mi accontentavo della chimica». E ce l’ha con i gay. «Dei gay non me ne frega niente». Bossi, durante un comizio, disse: «In casa nostra c’è libertà di mutande». «Ma non per questo bisogna dare privilegi a chi indossa le mutande dell’altro sesso». Pensa sempre che il simbolo della Margherita dovrebbe essere il finocchio? «Il finocchio è trasversale. In ogni caso non siamo noi a parlare di Pacs». Lei ha invece parlato di un Omoparla-mento europeo. «Perché il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione contro l’omofobia e di fatto ha introdotto il concetto secondo cui i Parlamenti nazionali possono varare normative che aprono le porte ai matrimoni fra omosessualí». Secondo sua moglie lei non ha le idee chiare. La frase è questa: «A volte dice di essere dalla parte delle donne, a volte dice enormi sciocchezze sulle donne». «Non può importarmene di meno». separato? «Dico solo che non smentisco ciò che hanno scritto i giornali». A proposito di parenti: al tempi del ribaltone lei fece espellere dalla Lega suo cognato che voleva rimanere con Beriusconi. Poi la Lega è andata con Berlusconi. Non è un’incoerenza? «Le posizioni che un movimento politico assume possono cambiare a distanza di qualche anno e uno si deve comportare di conseguenza». Ciò che decide il partito è sempre giusto? «Si può aderire in maniera convinta o perché la maggioranza ha deciso così». Lei è mai stato incoerente? «Tantissime volte». Per esempio? «Dopo la Bossi-Fini ci fu un decreto legge che consentì la regolazzazione di un numero elevato di persone, ma non ci fu un blocco degli ingressi. Sarebbe stato meglio pensare prima all’inserimento di chi era stato regolarizzato». vero che aveva due cuccioli di lupo in giardino e anche una tigre? «I lupi li ho ancora, e sono pure cresciuti. La tigre no, l’ho avuta solo per poco tempo, faceva parte di una nidiata nata in un circo». lecito avere animali del genere in giardino? «Se sono buoni». Sono buoni? «Ogni tanto danno qualche morso, ma con affetto». Come fa lei con gli avversari politici. «Sempre col sorriso». Non per nulla è dentista. «Chirurgo maxillo-facciale». Una tradizione di famiglia. «Nonno dentista, padre dentista. E così una sorella, un fratello, quattro o cinque zii e un numero incredibile di cugini« Anche suo suocero. «Ex suocero». In casa ha una pistola? «Due pistole». Sparerebbe a un ladro? «Ci penserebbero prima i lupi». E se poi si accorgesse che il ladro non era armato? «Non credo che si possa e si debba sparare contro un ladro che non dimostra un intento aggressivo». lei l’erede di Bossi? «Bossi sta tomando in pista». Molti dicono che l’erede è lei, forse per via delle sue dichiarazioni. « anche una questione di carattere. Io mi trovo sempre d’accordo con Maroni, poi le cose le colorisco di più». Come finirà alle prossime politiche? «Ne parlavamo un’ora fa con Bossi. Lui è assolutamente convinto della vittoria. Lo è sempre stato». Anche quando il centro-destra era staccato nei sondaggi di molte lunghezze? «Sempre. Noi eravamo dubbiosi. Lui no». Allora in bocca al lupo. «Non posso». Non può? «Non posso dire crepi il lupo, mi deve comprendere, la mia casa è uno zoo». Faccia un’eccezione per le politiche. «I lupi no. Comunque, sperèm». Mattias Mainiero